“La politica e le istituzioni si ricordano dei lavoratori solo in campagna elettorale. Serve un sostegno continuo, di lavoro bisogna parlare tutti i giorni e, soprattutto, trovare soluzioni concrete”. Presente all’Assemblea Generale delle delegate e dei delegati metalmeccanici della Fiom Cgil, il Segretario Nazionale e responsabile automotive Samuele Lodi punta il dito contro il Governo. “Lo scenario che abbiamo davanti è tutt’altro che rassicurante: c’è un concreto rischio di smantellamento del tessuto industriale nazionale, a partire dai settore automotive, siderurgia e elettrodomestico, dove potrebbero essere cancellati migliaia di posti di lavoro. Bisogna intervenire subito”.
L’analisi di Lodi parte dalla punta dell’iceberg della crisi dell’automotive anche in Irpinia, il gruppo Stellantis. “A Pratola Serra c’è una situazione meno grave di altre realtà, ma questo non deve ingannare. La prospettiva resta incerta, fosca: occorre aprire subito un tavolo di confronto con il Governo e Stellantis, serve un nuovo piano industriale. Non possiamo aspettare le decisioni dell’Europa, il gruppo deve investire nel nostro Paese e, invece, registriamo un progressivo disimpegno”. Preoccupano anche le prospettive dello stabilimento Menarini di Flumeri. “In quella realtà viviamo un paradosso. Ci sono risorse e investimenti – osserva il Segretario Nazionale della Fiom – eppure si fa fatica ad andare a regime, anche perché il Governo ha di fatti deciso di disimpegnarsi, mantenendo in quella realtà solo una presenza simbolica. Ora le commesse stanno per finire e non ce ne sono altre, c’è il concreto rischio di ripiombare in piena crisi”.
Il Segretario della Fiom Cgli irpina Giuseppe Morsa allarga la crisi dell’automotive anche alle aziende Denso, Limasud Lames, Novofil, De Vizia e Awelco. Poi sposta l’attenzione sulla vertenza Arcelor Mittal di Luogosano, “chiusasi lo scorso marzo con l’abbandono del territorio da parte della multinazionale. Il tempo scorre inesorabile e l’impegno sulla reindustrializzazione di quel sito è sempre più in bilico. C’è ancora un mese di copertura per i lavoratori, gli ammortizzatori sociali stanno per finire, occorre fare in fretta. Le uscite incentivate ci sono state, così come le misure di sostegno al reddito, ma manca il tassello più importante: il nuovo imprenditore”. Tramontata la pista sannita, ora l’attenzione è tutta rivolta a Salerno e, in particolare, alle Fonderie Pisano. “C’è un’interlocuzione in corso, ma non sappiamo altro, siamo in attesa”, conclude amaramente Morsa.




