“Queste settimane hanno infangato l’immagine delle istituzioni e hanno rallentato l’attività amministrativa. Possiamo recuperare il tempo perso. La crisi politica non è finita. Ho bisogno però di qualche giorno ancora”. Così la sindaca Laura Nargi in consiglio comunale. Due gli assessori presenti: Alessandro Scaletti e Alberto Bilotta. Gli assessori festiani assenti: a tre è stata revocata la delega, gli altri quattro si sono dimessi.
“C’è oggi un equilibrio diverso in maggioranza”, ha osservato la sindaca. “C’è stata la creazione di un nuovo gruppo. Per quanto riguarda la giunta, ci sono interlocuzioni in corso”. Nargi si dice ottimista: “Credo che l’amministrazione possa avere ancora un futuro stabile. In questi dieci mesi abbiamo raggiunto traguardi importanti, abbiamo lavorato. Immaginiamo già la città del futuro, Avellino cuore verde della Campania. Abbiamo 13 milioni di euro da investire ad Avellino Est. Non ho solo aperto un tunnel ma ho avviato un dialogo istituzionale fondamentale. Il governatore Vincenzo De Luca ci ha dato una mano per i lavori allo stadio. Abbiamo 17 milioni per altri progetti”.
“Non si può immaginare un governo che duri quattro mesi”, ha chiarito. “Ci sono, tra l’altro, le regionali. Io voglio disegnare insieme a maggioranza e opposizioni un percorso nuovo. Prima però voglio spiegare che cosa è successo: un fatto grave: in giunta ho chiesto di essere votata come presidente del Pdz. L’assemblea è fatta di soli sindaci. Volevo essere super partes, la mia volontà era di mettere pace. Alcuni assessori si sono alzati e sono andati via. E’ stato un gesto politico. C’è stato invece chi mi ha offeso, dimostrando cattiva educazione. Porgo sempre l’altra guancia: ho chiesto agli assessori di dimettersi perché c’era stato un atto di sfiducia nei miei confronti. Ora chiedo tempo, la scelta è stata difficile, terribile. Vi chiedo del tempo. Siate generosi. Proviamo a fare il nostro dovere”.
E’ stato Antonio Gengaro poi ad intervenire: “Colgo un atteggiamento di umiltà da parte della sindaca. Fa un appello all’aula, a maggioranza e opposizione a lavorare insieme. Il nostro articolo 50 dello statuto prevede che non si può amministrare senza una giunta. Altrimenti la città è ferma. La regole prevedono che ha cinque giorni per nominare i nuovi assessori. C’è poco tempo. Se tra quindici giorni non viene votato il consuntivo andiamo tutti a casa. Noi voteremo no. La sindaca trovi una quadra altrimenti si dimetta”.
Sulla stessa linea il capogruppo del Pd, Luca Cipriano: “E’ un momento di oggettiva difficoltà. Dobbiamo essere realisti: la ricomposizione della maggioranza è difficile. La città è abbandonata, smarrita. In questi dieci mesi si è fatto poco. Il Pd chiede alla sindaca di risolvere la crisi rapidamente. Lei ha il dovere entro l’inizio della prossima settimana di nominare i nuovi assessori e trovare una maggioranza”.
Per Amalio Santoro di Per Avellino, “l’opposizione non ha troppi doveri.. La sindaca è alla ricerca di una disperata autonomia, si porta indietro un peso che la schiaccia. Propone una via tecnica, ma il sindaco di un comune capoluogo dovrebbe essere un leader politico. C’è bisogno di atti liberatori, il clima è tossico”.
Rino Genovese è sembrato più disponibile al dialogo: “L’appello della sindaca ci responsabilizza molto. E’ lei però che deve decidere se e come disegnare una nuova strada che ci possa portare tutti, maggioranza e opposizione, verso un nuovo percorso. La mia mozione di sfiducia era una provocazione, funzionale ad una verifica politica”.
Una apertura è arrivata anche Gerardo Melillo, consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia: “Non è stato semplice per lei, sindaca, attraversare questo periodo di trambusto e mantenere la schiena dritta. Lei ha fatto bene ad andare avanti, a chiedere di poter governare la città. Noi consiglieri di Patto civico abbiamo fatto nostro il problema del governo della città. Fino a prova contraria fa bene la sindaca a dire che tutto il consiglio comunale partecipi all’amministrazione della città”.