Medici in fuga dal pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Sono 6 i camici bianchi che, per motivi diversi, hanno deciso di lasciare il nosocomio del capoluogo irpino. A pesare, in modo determinante, sulle decisioni dei sei medici sarebbero le criticità contonue gneerate dal sovraffollamento costante e duraturo nel tempo. Per arginare queste ulteriori mancanze, sarebbe al vaglio la possibilità di sospendere l’attività della Medicina d’urgenza (dal primo al 31 agosto). A confermare questa ipotesi il dirigente medico dell’ospedale Moscati Moscati Carmine Sanseverino.
“Al Moscati a causa delle dimissioni di alcuni medici e della conseguente carenza di dirigenti medici nell’UOC di Medicina D’Urgenza e Pronto Soccorso, è stato deciso di chiudere la degenza di Medicina D’Urgenza per l’intero mese di agosto. Questo tentativo è stato fatto per poter garantire la copertura di 4 medici (compreso il Direttore) nelle turnazioni del Pronto Soccorso. Il sindacato non ha partecipato alla decisione, né è stato ufficialmente informato. Ho parlato informalmente con il Direttore Sanitario Aziendale, che mi ha spiegato la situazione e illustrato anche le possibili alternative scartate. Non erano disponibili medici per coprire i turni nel Reparto oltre le ore 16.00 e nemmeno le reperibilità potevano essere garantite. I posti letto del Reparto sono stati “traslati” nel dipartimento medico e i pazienti urgenti verranno ora ricoverati e gestiti nella Medicina Interna. È importante precisare che l’età anagrafica dei soli 4 medici della Medicina D’Urgenza che saranno spostati in PS durante questo mese è di 68, 65, 64 e 63 anni (un medico è già esentato dai turni al Pronto Soccorso per motivi di salute). Mi dispiace moltissimo. È la prima volta, dal lontano 1983 quando è stata istituita la Medicina d’Urgenza di Avellino, che si verifica una chiusura di questo genere. Io frequento il reparto dal febbraio 1985, dapprima come neolaureato e poi come strutturato dal 1991. Abbiamo affrontato molte difficoltà nel corso degli anni, ma mai ci era capitato un evento simile. Tutto è iniziato nel febbraio 2021, quando, dopo un tremendo periodo di malattia, sono stato costretto a lasciare il reparto a causa delle conseguenze del ricovero in terapia intensiva e della lunga riabilitazione necessaria per riprendermi dal covid contratto mentre ero in servizio. Oggi, quando mi hanno intervistato in qualità di segretario del sindacato, mi veniva da piangere. Purtroppo, le difficoltà di questo ultimo periodo sono state sempre maggiori. A livello nazionale, le nostre richieste sono state ignorate per anni. Proposte di incentivi economici e periodi di riposo aggiuntivi per i medici del Pronto Soccorso sono state costantemente ignorate. Il futuro prossimo – conclude Sanseverino – è purtroppo ancora incerto.”