Dal cinema Partenio di Avellino, dove ha fatto tappa questa sera, Stefano Bandecchi, con determinazione e sicurezza lancia la sfida alla corsa a Palazzo Santa Lucia e alle prossime elezioni politiche. «Dimensione Bandecchi ad appena 30 giorni dalla sua nascita è già all’1% a livello nazionale. Non escludo che tra tre anni potrò- afferma il presidente della provincia di Terni- essere eletto in Parlamento».
E l’Irpinia è nei suoi ricordi giovanili. «Quando ero giovane, venni qui per la prima volta- racconta Bandecchi- subito dopo il terremoto dell’80. Arrivai il giorno successivo alla tragedia, accompagnato da un gruppo di persone provenienti da Firenze, dove all’epoca studiavo. Mi colpì l’Irpinia devastata dal sisma, ma ancor più la dignità della gente. Negli anni Ottanta, l’Italia era la quarta potenza industriale del mondo e la Campania era la sesta o settima regione per ricchezza. Anche l’Irpinia godeva di un benessere diffuso. Oggi, i dati sono sconfortanti: la Campania è la terza regione europea in cui è più facile diventare poveri, preceduta solo dalla Calabria. Abbiamo assistito per anni alla ripetizione di frasi senza sostanza da parte dei politici. Sentiamo parlare di “pulire il Sarno”, di “tagliare le montagne”, ma con un approccio stanco, senza visione. Molti parlano di Fico, perché è una figura di sinistra, ma nella mia opinione, quello che manca è una vera alternativa. Io credo che coloro che votano a destra dovrebbero farlo per me. Non vedo motivo per cui sostenere un altro candidato destinato a fallire. Così almeno avremmo una reale possibilità di cambiamento».
E per il futuro di questa provincia il candidato alla presidenza ha le idee chiare: «Per esempio, se mi parlate dell’Irpinia, sarei ben felice di sedermi con tutti i sindaci della provincia per chiedere loro quali sono le reali necessità di questo territorio. Per parlare di un territorio bisogna ascoltare i sindaci, che sono i veri portavoce delle esigenze locali. Purtroppo, le province sono state abolite, ma la realtà è che un presidente di regione dovrebbe chiamare i sindaci delle varie province per raccogliere le loro richieste, per capire perché qui c’è mancanza di lavoro, perché in Irpinia, ad esempio, la situazione è tanto critica».
Un cenno particolare va riservato anche a De Luca «De Luca avrebbe dovuto dimostrare maggiore coraggio e presentarsi da solo. Se lo avesse fatto, forse avrebbe ottenuto anche la mia approvazione, perché avrebbe potuto davvero vincere. Invece, ha scelto di allearsi e così facendo ha favorito la vittoria di Fico. Ma, mi chiedo, chi è davvero Fico? Potete mostrarmi il suo curriculum? Qualcuno ce l’ha?», domanda Bandecchi senza mezzi termini.
Bandecchi non risparmia critiche neppure al candidato del centrodestra Edmondo cirielli : «Vi siete resi conto che il viceministro degli Esteri, in un momento così delicato, ha lasciato il suo incarico? No? Allora significa che la sua presenza non era così fondamentale. Nella mia azienda, se mi allontano se ne accorgono tutti, così come accadrebbe nel comune di Terni. È tempo di parlare in modo chiaro, signori: qui ci sono troppe persone nominate ‘principi’, ma di principe non hanno proprio nulla».
Eppure, Bandecchi non ha mancato di dichiarare la sua disponibilità a un “dialogo costruttivo” con i sindaci. Perché, a suo dire, «Non possiamo parlare di sviluppo se non ascoltiamo le reali necessità di questo territorio». Poi sottolinea la sua esperienza sul campo, quella che dovrebbe renderlo capace di “gestire” la cosa pubblica con la stessa fermezza con cui dirige le sue imprese.«Faccio impresa. Ho due televisioni, numerose stazioni radio e alcune testate online. Ogni mese spendo circa cinque milioni di euro in stipendi. In molti casi, la politica non si è mai confrontata con chi fa impresa».




