La splendida isoletta africana che rischia di essere sepolta dal mare e le conseguenze traumatiche sulla popolazione del drammatico terremoto nell’Oceano Pacifico del 2011 che ha fatto oltre 20mila vittime in Giappone. Ci sono due esempi evidenti de “la natura che si ribella” al centro dei due film che hanno vinto il PMFF 2023, il Pianeta Mare Film Festival, che ha chiuso ieri sera a Napoli la prima parte della sua seconda edizione.
Una premiazione che testimonia la vocazione internazionale del Festival che quest’anno nelle sue due sezioni di concorso ha selezionato 20 opere su 120 film presentati provenienti da 31 diversi Paesi del mondo (dall’India al Brasile). La giuria, composta da Marco Delogu, Giogiò Franchini e Florencia Santucho, nella sezione “Features film” dedicata ai lungometraggi ha assegnato la vittoria al film “All our heartbeats are connected through exploding stars” della regista svedese Jennifer Rainsford a pari merito con “Aya”, una co-produzione franco-belga del regista di origini bulgare Simon Coulibaly Gillard. Il primo posto nella sezione “Short movies” riservata ai cortometraggi è andato a “Water cooler war”, una produzione francese della regista Lisa Sallustio, premiato per “l’inventiva e la sapienza cinefila con cui si inscena un combattimento tra gli esseri umani alla conquista di un bene di prima necessità come l’acqua“. Menzione speciale della Giuria anche al cortometraggio Caiçara del regista brasiliano Oskar Metsavaht che racconta una suggestiva storia per la salvaguardia della pesca artigianale.
Una delle novità della seconda edizione del Pianeta Mare Film Festival è stato il Premio assegnato dalla Giuria Giovani, presieduta da Gina Annunziata, nella sezione lungometraggi dedicato alla memoria di Massimo Milone, giornalista Rai di lungo corso, già direttore di Rai Vaticano, tra i padri fondatori del PMFF. Un premio che è andato al film “Into the ice” del regista danese Lars Ostenfeld, tra i registi più apprezzati al mondo nel genere documentario scientifico e naturalistico. La stessa Giuria Giovani, composta da giovani registi e filmmaker già affermati e studenti di cinema e scienze naturali provenienti da alcune delle principali Università italiane, ha assegnato per il miglior cortometraggio al film greco “Nothing holier than a dolphin” della regista-medico Isabella Margara.
Tra i Premi speciali assegnati dalla direzione del Pianeta Mare Film Festival il premio alla memoria della giovane filmmaker Chiara Rigione assegnato al cortometraggio “Dive” di Aldo Iuliano, il Premio “Partner” assegnato alla Cineteca Nazionale della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia per il restauro in 4k de “Il terrore nello spazio” e il Premio “Divulgazione scientifica” a Jeffrey Sachs che ha fortemente voluto che il Pianeta Mare Film Festival fosse il primo Festival italiano a divenire partner dell’SDSN, il Sustainable Development Solutions Network delle Nazioni Unite, fondato nel 2012 con il compito di mobilitare il mondo scientifico e culturale alla ricerca di nuove soluzioni per lo sviluppo sostenibile.
“Questo Festival – ha spiegato nel suo intervento il presidente dell’SDSN delle Nazioni Unite Jeffrey Sachs – rappresenta una straordinaria occasione per sensibilizzare, attraverso il cinema di qualità, le generazioni più giovani di tutto il mondo sulla relazione tra gli esseri umani, gli oceani e il resto della natura e delle creature viventi. Temi fondamentali per il futuro e la salute del nostro pianeta. In particolare il laboratorio creativo di produzione di super corti con smartphone rappresenta un format originale da portare nelle scuole di tutto il mondo per raccontare gli obiettivi dello sviluppo sostenibile”.
Da Napoli a Bruxelles: i super corti del Pianeta Mare Film Festival iniziano un viaggio itineranti in giro per il mondo
Anche quest’anno, infatti, tra i momenti più significativi del PMFF, organizzato dall’Associazione culturale Pianeta Mare Darwin Dohrn, fondata dal giornalista Max Mizzau Perczel, insieme con scienziati di fama mondiale, come il biologo marino Ferdinando Boero (presidente del PMFF e della Fondazione Dohrn) e il genetista Franco Salvatore, c’è stato il Laboratorio di “Cinema Mobile” diretto dal giovane regista Valerio Ferrara, Premio La Cinef al Festival di Cannes, che ha ospitato studenti universitari provenienti da tutta Italia (da Udine a Lecce) che hanno prodotto nel corso delle quattro giornate del Festival cinque ‘cortissimi’ da 2 minuti ciascuno. Proprio questi super corti sui temi della biodiversità, della salvaguardia degli oceani e dello sviluppo sostenibile nella vita di tutti i giorni già da domani (e fino a domenica) saranno proiettati a Milano al Museo d’impresa MM della Centrale dell’acqua. Poi il 30 ottobre ci sarà una proiezione speciale a Roma in “Europa experience – David Sassoli” e infine a Bruxelles al Millennium Film Festival diretto da Zlatina Rousseva, inizierà il viaggio in tutto il mondo dei super corti del PMFF che durerà fino alla prossima edizione del Festival.
Grande successo di pubblico nelle sale napoletane del PMFF anche per i film fuori concorsi come “Open Arms: la legge del Mare” di Marcel Barrena sulla storia della nascita di Open Arms e “Gli oceani sono i veri continenti” (sezione Panorama oltremare) del giovanissimo regista Tommaso Santambrogio selezionato alle Giornate degli Autori del Festival del Cinema di Venezia.
“Non deve essere il presidente di un Festival a certificarne il successo – sottolinea il presidente del Pianeta Mare Film Festiva, Ferdinando Boero – ma la nostra percezione è che siano state riconosciute da più parti l’accresciuta quantità e qualità dei film in concorso. Le due più grandi soddisfazioni sono arrivate in particolare dall’affluenza di pubblico nelle sale, un segno fondamentale del ritorno del pubblico al cinema in senso fisico, e dalla straordinaria sensibilità con cui tantissimi giovani di poco più di 20 anni hanno saputo riversare nei loro cortometraggi, realizzati durante il Festival, temi ambientali nevralgici per il futuro del pianeta. Un dato, anche generazionale, che ci lascia speranza per affrontare le gravissime crisi ambientali a cui siamo esposti”.