Un detenuto napoletano di 38 anni A.L.B. si è suicidato nel carcere di Ariano Irpino, ieri sera sul tardi. È il 6° in Campania e il 41° in Italia.
Il corpo del detenuto si trova attualmente presso l’ospedale di Ariano Irpino per l’autopsia. Dalle prime ricostruzioni sembra un gesto dimostrativo finito male, considerato che è stato fatto davanti ad un altro detenuto e a un gruppo di agenti che non riuscivano ad entrare nella camera di sicurezza dove era stato tradotto, a seguito di una colluttazione, visto che si opponeva alla perquisizione della sua cella. Il detenuto morto suicida aveva manomesso la serratura di ingresso della camera di sicurezza.
Sull’episodio è intervenuto il Garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello: “Nelle carceri si consuma una strage silenziosa. Un suicidio ogni tre giorni dall’inizio dell’anno! I suicidi sono sia il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere, sia dalla mancanza di figure sociosanitarie e di ascolto. Negli Istituti penitenziari abbiamo bisogno di più stato sociale e meno stato sicuritario a tutela della dignità umana. Le motivazioni sottese al suicidio sono varie e di diversa natura. In questo caso potrebbe essere stata una mera reazione ad uno scatto d’ira non contenuta.
È indispensabile che il legislatore e il Governo individuino immediatamente misure, anche temporanee, volte ad alleggerire la tensione sulla popolazione carceraria. Comunico in qualità di Portavoce nazionale della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, che il 18 giugno in tutta Italia faremo manifestazioni pubbliche per ricordare l’appello del Presidente della Repubblica fatto al Parlamento e al Governo il 18 marzo ‹Sui suicidi e sul sovraffollamento delle carceri servono interventi urgenti e immediati›, un messaggio chiaro e tradito fino ad oggi dalla politica”.