Nella direzione pd convocata per martedì pomeriggio non sarà in discussione il no dei consiglieri comunali dem al consuntivo che sarà votato giovedì nell’assise di Palazzo di città.
Irriducibile e già dichiarato il no pd alla proposta d’intesa della sindaca Laura Nargi, che si è rivolta a tutti i consiglieri comunali per trovare, dopo aver perso il sostegno del gruppo dei festiani, una nuova maggioranza trasversale.
I consiglieri comunali pd, Luca Cipriano, Nicola Giordano, Enza Ambrosone, diversa la posizione di Ettore Iacovacci, – con l’esclusione di Antonio Gengaro – hanno spiegato di aver solo riflettuto sull’ipotesi di prendere in considerazione il Patto. Ad una condizione: Nargi avrebbero dovuto far marcia indietro su tutto. Tradotto: vediamo di cosa si tratta ma senza trattare.
Mentre un altro pezzo del partito ha risposto subito con un secco no ad un ipotetico ragionamento. Contrario al Patto per Avellino anche il commissario regionale pd Antonio Misiani: perché il mandato elettorale va rispettato e l’alleanza di Campo largo pure. La sindaca è comunque sostenuta da Forza Italia. E allora è no: Misiani ha chiarito la linea del partito incontrando i consiglieri comunali pd e il consigliere regionale Maurizio Petracca, alla presenza di Nello Masturzi, capo della segreteria del governatore Vincenzo De Luca, del deputato pd, Piero De Luca che in una nota stampa sabato ha ribadito che il Pd non ci sta.
Tutti i dem allineati contro il Patto, tranne forse Ettore Iacovacci.
Però lo scontro nel Pd è continuato ancora.
Il circolo Aldo Moro ha convocato una assemblea pubblica per denunciare politicamente il rischio che il Pd facesse da “stampella” alla sindaca.
Il presidente della Provincia Rino Buonopane, l’ex senatore Enzo De Luca, l’ex presidente del consiglio regionale Rosetta D’Amelio, Lello De Stefano, presidente del Circolo Moro, Antonio Gengaro, candidato sindaco del centrosinistra alle scorse amministrative e consigliere comunale, tutti contro una amministrazione debole a causa di frammentazione, instabilità e delegittimazione di una maggioranza con pochi voti e troppo eterogenea; un’amministrazione senza una visione della città ma ispirata dalla demagogica retorica della perdita dei fondi e dallo spauracchio di un commissario perditempo; una amministrazione combriccola, fondata su machiavellismi e motivata dalla lotta per il potere.
Impossibile un Patto con Nargi che è stata eletta grazie a Festa, ex vice sindaco dell’ex sindaco. Così l’alternativa dem.
I consiglieri comunali Pd hanno convocato allora una controassemblea per dire no, che l’accordo non lo avrebbero fatto.
Nel mirino è finito anche Buonopane, accusato di aver distribuito deleghe ai consiglieri provinciali di centrodestra, o comunque non del centrosinistra, nonostante sia stato votato presidente ed eletto grazie ai voti del Pd. E ancora: se Gianluca Festa ha vinto nel 2019 la colpa è stata della Sinistra che oggi moralizza. Di più, una parte del Pd ha dialogato con Festa. I consiglieri comunali dem hanno rimarcato di aver loro il consenso, la stragrande maggioranza del consenso, come dimostrano i risultati delle amministrative e delle politiche. Basta ricatti, basta imposizioni, basta divisionismi minoritari: alle prossime amministrative, primarie per scegliere il candidato sindaco.
In direzione un chiarimento non sarà facile perché il partito è unito sul no al consuntivo e diviso su tutto il resto, da sempre, come sempre ormai da più di un decennio un partito puzzle di grandi e piccoli riferimenti politici spesso autoreferenziali, a volte riottosi, sempre incompatibili.