“La Direzione generale per l’ambiente, la difesa del suolo e
l’ecosistema della Regione Campania, parallelamente alla programmazione del
Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (Rendis), sta
verificando la possibilità di avviare una programmazione di interventi di
rifunzionalizzazione delle opere di difesa del suolo realizzate in
Campania. Si tratta di interventi di demolizione e ricostruzione di opere
idrauliche non più funzionali, di ripristino di opere di ingegneria
naturalistica, di potenziamento e adeguamento delle opere di ingegneria
geotecnica a difesa del territorio.”
E’ quanto ha risposto il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti,
all’interrogazione presentata dal Deputato Angelo D’Agostino per conoscere
quali interventi il Governo intenda assumere, in sinergia con le
istituzioni locali, per affrontare le conseguenze in termini di dissesto
derivanti dagli incendi che hanno devastato il patrimonio boschivo, in
particolare in Irpinia.
“In via preliminare – si legge nella risposta del Ministro – si fa presente
che, in merito alle attività di competenza, inerenti la prevenzione e
protezione dal rischio idrogeologico, il Ministero dell’Ambiente, per far
fronte alle emergenze dovute al dissesto sul territorio nazionale, ha
deciso di affrontare in maniera strutturale le problematiche relative al
rischio idrogeologico in Italia avviando, in coordinamento con la struttura
di missione contro il dissesto, il Piano Operativo Nazionale degli
interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per il periodo
2014-2020. Secondo quanto riferito dalla Regione Campania, si rappresenta
che la stessa ha provveduto a diramare, nelle more del completamento della
carta tematica delle aree percorse dal fuoco nell’estate 2017, in data 14
settembre 2017, alla Città Metropolitana di Napoli, alle restanti quattro
Province campane e a tutti i sindaci dei Comuni della regione, una nota con
la quale si invitano i rappresentanti degli Enti locali e i responsabili di
protezione civile a porre in essere i necessari controlli e un’adeguata
vigilanza sui valloni e sui versanti, ai fini della prevenzione dei
fenomeni di dissesto idrogeologico.”
“Gli incendi – prosegue Galletti – oltre a ridurre l’azione di resistenza
al dissesto dei versanti, propria della vegetazione erbacea, arbustiva e
arborea, causano il deposito di spesse coltri di residui solidi da
combustione, che impermeabilizzano il terreno e sono altamente suscettibili
al trasporto solido attraverso le acque di corrivazione delle prime piogge
autunnali, aumentandone i volumi e le portate che poi transitano nei corsi
d’acqua a valle, la cui sezione idraulica può diventare insufficiente ad
accogliere la massa mista di acqua, cenere e fango.”
“Auspico ora – afferma D’Agostino – che i comuni provvedano in tempi celeri
a comunicare i dati richiesti al fine di attuare gli interventi necessari
ad assicurare un’efficace difesa del suolo così duramente provato dagli
incendi dell’estate scorsa.”