A paradigmi ed etimologie i liceali del Convitto Nazionale “Pietro Colletta” di Avellino sono alquanto abituati ma stavolta per trovare dei modelli da seguire e delle parole da comprendere non vi sono vocabolari da sfogliare ma bisogna semplicemente restare per strada, tra la gente perché, avverte da subito don Maurizio Patriciello, ” la vita e’ nelle piazze, non nei palazzi”. Il contesto di riferimento è di quelli prestigiosi, l’ accoglienza ad opera del Rettore- Preside Attilio Lieto nella Presidenza dell’ istituto e’ quella delle grandi occasioni, il Prefetto Paola Spena viene accolto dalla Prof.ssa Cinzia Favorito, organizzatrice dell’ evento, le autorità sono presenti ma don Patriciello e’ pronto a smontare ogni etichetta…”Prendo un caffe’- avverte il sacerdote – e vado ad incontrare i ragazzi”.
Quella di Patriciello per i giovani e’ una vera e propria devozione, seconda sola a quella di Cristo. E ai giovani riserva parole di comprensione anche dinanzi ad esecrandi gesti come gli applausi di una scolaresca del Vomero ad una scena di FortApasc sul delitto Siani “Oggi c’è una forte ricerca di protagonismo da parte dei giovani. Si è disposti persino ad esibire i propri corpi. Forse questo gruppo di studenti voleva attirare l’attenzione su di sé” per gli adulti non c’ e’ scampo”. Mentre “Per tutte le autorità qui presenti non c’e’ alternativa ad una vita esemplare- spiega Patriciello- Non dovrebbero esistere più eventi speciali per ribadire la legalità che dovrebbe essere normalita’. Dobbiamo chiederci se rappresentiamo davvero un buon esempio per i giovani. E’ chiaro che tante responsabilità nell’educazione delle nuove generazioni sono di noi adulti. L’ impegno dello Stato, afferma il sacerdote di Scampia, dovrebbe essere totale. Non posso accettare- tuona Patriciello- che a Caivano di 60 vigili urbani ne operino solo 10!”.
Il sacerdote però non si scoraggia ma fa leva sull’ esercito dei ragazzi di buona volontà come a Frattamaggiore dove per chi lascia la macchina sul marciapiede sono spuntate sui parabrezza multe morali ancora più mortificanti per chi le subisce.” E ‘inutile che mi invitano a convegni sugli effetti tossici delle plastiche – ammonisce Patriciello- se non ci rendiamo conto che la plastica finisce nei mari, nel pesce che mangiamo.” Il tono del discorso di don Patriciello si fa cupo al pensiero delle tante vite che si spengono prematuramente nella Terra dei fuochi.” E’ inaccettabile- ammonisce Patriciello- che bimbi muoiano a 10 anni o mamme trentenni lascino bimbi orfani per un eccesso di patologie oncologiche. Qualcosa nell’ aria che respiriamo non va di sicuro! “.
A sollevare gli animi ci pensano gli alunni del Convitto con le loro coreografie e teli bianchi su cui hanno disegnato pensieri e parole per ricordare che e’ possibile “vivere a colori” come recita il brano dell’ Amoroso che apre la manifestazione durante la quale gli alunni portano a don Patriciello fiori di carta, rivolgendogli pensieri come “Tu sei verità ” ma il sacerdote non si crogiola per l’ elogio pur dovuto e rilancia: “Se sono verita’ ve la dico…Di droga e di sversamento illecito di rifiuti si muore!”.Don Patriciello non si sottrae a denunciare ed attribuire responsabilità.
“Fino al 2015 – ribadisce don Patriciello – non avevamo neanche il minimo strumento legislativo per perseguire penalmente chi sversava nei terreni rifiuti illeciti e sono tanti ancora i guadagni illeciti di denaro come ad Acerra dove ecocriminali hanno accumulato milioni di euro.” Il sacerdote sa di essere minacciato dalla criminalità organizzata ma ai ragazzi svela le sue ragioni di uomo di fede: “Sono ministro dell’ altare di Cristo, morto e risorto per tutti ” ed impostato sulla coralità della reazione comune e’ anche il motto che suggerisce a tutti i presenti : ” Sapete quale e’ il vero motto che può unirci?- chiosa Patriciello- E’ ” Insieme”. Ed insieme si plaude anche all’ impegno delle classi V A, I B e I A del liceo europeo che si sono distinte nel concorso ” Pretendiamo legalità” indetto per i 172 anni della Polizia di Stato. Prima di riprendere il costante impegno di garante della legalità, don Patriciello trova il tempo di mettersi in posa per foto ricordo ed a chi gli chiede un pensiero finale riserva l’ atto dell’ uomo di fede: ” Vi lascio la mia benedizione!”
Pellegrino Caruso