Si è discusso oggi davanti alla dodicesima Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli il riesame di altri due indagati dell’inchiesta inchiesta, che ha portato alla luce una presunta maxi-truffa da un miliardo e mezzo di euro legata al Superbonus.
L’indagine, stata condotta dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Avellino in collaborazione con i militari del Nucleo Pef di Napoli, ricostruendo un sistema ritenuto capace di generare crediti fiscali inesistenti e di movimentare ingenti somme attraverso società create ad hoc.La decisione del Riesame riguarda due dei quattro indagati: G.S e Z. Y.
G.S, 39enne di Mercogliano assistito dall’avvocato Gerardo Santamaria, è considerato il referente delle società coinvolte. Nel corso dell’inchiesta ha ammesso le proprie condotte, senza però fornire elementi utili sul ruolo degli altri presunti membri del gruppo. Secondo l’avvocato Santamaria, il tempo trascorso dai fatti e la confessione resa dal suo assistito avrebbero attenuato il rischio di reiterazione del reato. Da qui l’istanza formulata dal penalista di revisione della custodia cautelari. Richiesta accolta dai magistrati del riesame che hanno disposto per il 39enne gli arresti domiciliari.
Stessa decisione per Z. Y difeso dagli avvocati Zeng Fan e Gianpiero Verrengia del foro di Milano, che ha rivestito rispetto all’rpino, un ruolo chiamato a rispondere delle medesime ipotesi accusatorie: associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato, autoriciclaggio e riciclaggio.Anche per lui disposta la revoca della custoca in cacere con gli arresti domiciliari.



