AVELLINO – Il caso della famiglia di Avellino ‘scaricata’ dall’Asl di Salerno (“Mio nipote autistico ‘scaricato’ dall’Asl. Soffre di crisi di violenza, se torna a casa è a rischio la nostra incolumità”) è un campanello di allarme che riguarda decine, se non centinaia di famiglie irpine. Ce lo conferma Michelangelo Varrecchia, responsabile dell’associazione di volontariato ‘Tribunale diritti del cittadino – Ufficio garante diverse abilità’, che è ottimista per il futuro ma molto preoccupato per il presente: “L’emergenza è legata al fatto che ad agosto gran parte del personale dei centri specializzati va in ferie. Questo vuol dire che diminuiscono, e di molto, i posti disponibili per nuovi ricoveri o per le emergenze. Di positivo c’è che ho parlato proprio questa mattina con un dirigente dell’Asl di Avellino e mi ha detto che stanno lavorando ad un progetto da un milione e 300mila euro da dedicare proprio ai Ptri, i Piani terapeutici riabilitativi individualizzati”.
Ma nel frattempo, come abbiamo visto, ci sono emergenze attuali, immediate, che colpiscono gli autistici della nostra città. L’Asl di Salerno ha evidentemente aggiornato i criteri di distribuzione delle convenzioni, o comunque ha deciso di riorganizzare la concessione dei contributi, e di spostare oltre 40 pazienti dalla struttura specializzata di Nocera Inferiore alle Rsa (forse perché si tratta di struttura che non avendo personale altamente specializzato pesano molto di meno sui bilanci).
“Conosco il caso del ragazzo autistico di Avellino di cui ha parlato oggi il Corriere dell’Irpinia – dice Varrecchia – e so che bisogna fare qualcosa subito, perché già da lunedì in poi sarà tardi. Quel ragazzo non può essere dimesso dalla struttura di Nocera Inferiore dove è in cura dal 2016. Soprattutto l’Asl di Salerno non può chiedere, come ha fatto, che venga trasferito in una Rsa, perché si tratta di Residenze che non sono dotate degli strumenti e soprattutto delle figure professionali in grado di prendersi cura di lui. Purtroppo i ragazzi autistici che soffrono di esplosioni di rabbia incontrollata sono tanti. Ero presente quando quel ragazzo distrusse mezza sala d’attesa dell’Asl di Salerno e dovette intervenire la polizia. Non lo possono gestire in una Rsa e soprattutto non può tornare a casa. Abita due sue parenti in un appartamento di uno dei quartieri periferici di Avellino e sarebbe un pericolo per se stesso, per i suoi familiari e per i vicini di casa. In passato sono già capitati anche altri episodi gravi di violenza. La polizia dovrebbe intervenire un giorno sì e uno no”.
Qual è al momento la situazione in provincia di Avellino dei Centri attrezzati per occuparsi di autismo?
“L’Asl dispone di un solo il centro, a Sant’Angelo dei Lombardi. Ma è ormai praticamente sempre pieno. Lo stesso ragazzo di cui abbiamo parlato prima è andato a finire a Nocera perché a Sant’Angelo non c’era posto. E qui, in ogni caso, si tratta di una soluzione semiresidenziale. Questo vuol dire che il paziente viene accolto alle nove di mattina e poi dimesso alle 17. Ogni mattina le famiglie accompagnano il paziente alla rotonda di Famila (all’imbocco della superstrada, ndr.) dove viene prelevato da una navetta e trasportato fino al centro santangiolese. Poi i familiari tornano a riprenderlo da Famila nel pomeriggio e lo riportano a casa dove passa il resto della giornata e tutta la notte. Nei casi in cui il paziente si rende protagonista di episodi aggressivi non è ovviamente una soluzione accettabile”.
Gli altri Centri specializzati della zona?
“Ce ne sono diversi. Come per esempio il Ceme o il Centro Insieme, ci sono diverse cooperative che si occupano di riabilitazione e da qualche anno si stanno iniziando ad occupare anche di ‘Abilitazione’, che poi è quello di cui hanno davvero bisogno gli autistici: l’obiettivo è abilitare il loro cervello a capire come ci si deve comportare. Ma questi pazienti, quando crescono ed iniziano ad avere 18 o 19 anni, diventano spesso aggressivi. E questa violenza la rivolgono soprattutto verso i genitori, la mamma in particolare. E’ a questo punto che le famiglie sono costrette a rivolgersi ai centri specializzati, come possono essere l’Aias di Cicciano, le Ville di Montefalcione, a Prata la Madonna dell’Annunziata (ma in quest’ultimo caso accettano solo pazienti donne, perché è gestito dalle suore); c’è poi il Santa Filomena di Mugnano del Cardinale… ma tutte queste strutture sono strapiene. Al massimo ti mettono in lista d’attesa. Anche in un caso di emergenza come quello segnalato dalla zia del 29enne di Avellino, la risposta sarà sempre la stessa: lista d’attesa. Eppure quella zia e quel ragazzo hanno bisogno di un aiuto immediato. Il 5 agosto scatteranno le dimissioni dal Centro di Nocera Inferiore. Dall’Asl di Avellino dicono che qui hanno a disposizione solo la struttura di Sant’Angelo dei Lombardi, ma è semiresidenziale. Se solo avessimo avuto già il Centro Autismo di Valle… E’ una storia incredibile. Non ci posso pensare che i lavori sono finiti a maggio del 2022 e ancora non sono riusciti a farlo aprire. Avremmo avuto un posto disponibile per il 29enne. Per il resto si tratta di Centri convenzionati che ricevono dallo Stato, per ogni paziente preso in carico, in regime residenziale, 148 euro al giorno”.
Di Rsa invece ce ne sono un po’ di più: “Ce ne sono ad Ariano, ad Avellino, a Grottolella, a Solofra… sono tante, ma non hanno personale idoneo. Sono attrezzate per pazienti anziani, per gli ammalati in sedia a rotelle, ma non per chi presenta deficit psichici o per chi manifesta crisi di aggressività”,
Cosa fare con la famiglia di Avellino che da lunedì si troverà senza assistenza? “La prima cosa da fare è bloccare nell’immediato il trasferimento. Perché notificare questo provvedimento ad agosto è assurdo, disumano; per questa famiglia sarà impossibile trovare una degna soluzione alternativa in questi giorni di piena estate. Non troveranno un posto in nessuna delle strutture che abbiamo elencato prima. Non ora che molto del personale è in ferie. Le dimissioni dalla struttura di Nocera devono essere congelate almeno fino a settembre. Nel frattempo si potrà trovare una soluzione alternativa dignitosa per tutti. Perché qui stiamo parlando di un caso di autismo grave, di terzo grado, cosa gli potrebbero fare in una semplice Rsa? Riempirlo di sedativi per tutto il tempo?”.