“Che sia la ” vera questione meridionale” lo dimostra il tour che l’associazione dei Piccoli Comuni italiani ha intrapreso tra le realtà del Mezzogiorno. Perché l’emergenza idrica non è solo Irpinia, ma anche Puglia, Abruzzo, Basilicata, Lucania e Calabria. Ed in questi giorni di incontri tra Comitati, con i sindaci, nelle scuole, tra gli studenti, il portavoce Virgilio Caivano non ha perso tempo per far capire che, la situazione, è davvero drammatica. Tra le decine di comitati civici, i coordinamenti, le parrocchie, le società sportive si sono spesi, durante questi mesi, per dare vita al tema ” dell’acqua bene comune e segnalano il disastro delle nostre istituzioni”. Insomma, continua Caivano, c’è “un germoglio di partecipazione dal basso e una vera festa della democrazia”. Che non bisogna, assolutamente, sprecare.
Da Spoltore, alle porte di Pescara dove i Cittadini uniti in rete, guidati da Panfilo Marinucci, mettono l’accento sulla gestione delle reti idriche, si schierano per una nuova governance e una concreta partecipazione dei cittadini, appunto. Qui da noi, attraverso il Comitato ” Uniamoci per l’acqua”, nato a Grottaminarda con Domenico Petrillo, che dall’inizio della emergenza idrica sollecita una discussione sulla vicenda irpina, sulla gestione di questo bene comune. E prova a discutere con il mondo della scuola e dell’università. In provincia c’è anche ” Insieme per Avellino e l’Irpinia”, con Pasquale Luca Nacca, con tavole rotonde, convegni, la presentazione di libri, prova a fare di questo tema un fatto culturale. Perché è anche questo. Anche in Basilicata, con il gruppo di Decio Di Bello, del comitato ” Acqua pubblica”, si affronta la questione degli invasi non collaudati, non connessi, delle condotte idriche colabrodo. Anche lì, su una terra ricca di acqua, famiglie, imprese ed agricoltura sono a secco. In Puglia, dove c’è l’associazione “Monti Dauni e Tavoliere”, ed un giovane agricoltore, Leonardo Di Stefano ne è il portavoce, si sollecita la partecipazione dei giovano per una ” programmazione intelligente del sistema idrico nel campo agricolo delle aziende zootecniche”. Il “Gruppo agricoltori del Crotonese”, in Calabria, guidati da Pietro Megna, si sta battendo per una doverosa attenzione istituzionale alla crisi idrica. Altra cosa è quella che riguarda i sindaci. Sono pochi ” i cuori pulsanti – scrive il portavoce dei Piccoli Comuni Italiani” quelli che, in effetti, si schierano dalla parte della società civile. Anche se il numero cresce. Quello del Comune di Carlantino, provincia di Foggia, Graziano Coscia, ad esempio, dove c’è la diga di Occhito, la seconda in terra battuta in Europa. Per stare alla provincia di Avellino, sulle barricate il primo cittadino di Grottaminarda, Marcantonio Spera, quello di Torella dei Lombardi, Amado Delli Gatti, Michele De Maio, di Calitri, Antonio Di Conza, sindaco di Lacedonia, e Antonio Vella, di Monteverde, in cui insiste tra l’altro l’invaso San Pietro, che da’ l’acqua all’agricoltura pugliese.
Le fasce tricolori hanno dato inizio, scrive Piccoli Comuni,ad ” una riflessione, insieme ai comitati, con docenti universitari, dirigenti scolastici. È un Mezzogiorno-continua l’associazione-che prova ad alzare la testa e ad indicare una strada possibile”. Come sta facendo proprio il professore Sabino Aquino. Il quale ha più volte ribadito che ” l’Irpinia è una delle zone più ricche di acqua per la presenza di bacini e sorgenti come Cassano, Serino e Caposele”. Ma per la ” cattiva gestione, gli sprechi, la dispersione, il sovrasfruttamento e la mancanza di coordinamento tra enti, oltre che all’inquinamentoe all’abbandono delle fonti” il risultato non è dei migliori. Siamo di fronte ad “una politica impermeabile – rincara Virgilio Caivano – con le istituzioni non in grado di trovare risposte adeguate. Un”poltronaggio sfrenato” con una miriade di enti, gestioni inutili e parassitari’. Piccoli Comuni italiani sottolinea che, questo tour che sta attraversando il Sud d’Italia, è ” un gran lavoro da fare e un preciso dovere di tutti noi”.