Il Sud che ha bisogno d’acqua ha sete di politica. Entrambe mancano. Se n’è parlato ieri a Forino, nella sala di Palazzo Caracciolo, in occasione della presentazione del saggio di Virgilio Caivano: “La crisi idrica, la vera Questione Meridionale”. Come a dire la mancanza d’acqua è il sintomo dell’incapacità della classe dirigente di governare i beni comuni del Mezzogiorno.
A promuovere l’incontro, un fronte civico e culturale ampio e convergente sui problemi del Sud: Svimar, Insieme per Avellino e l’Irpinia, il Comitato “Uniamoci per l’acqua” di Grottaminarda, Progetto Educare all’Ambiente, il Coordinamento nazionale dei Piccoli Comuni Italiani e il Corriere dell’Irpinia (il direttore Gianni Festa ha moderato l’incontro).
Caivano ha ammonito subito che “la politica non può girarsi dall’altra parte: fino ad oggi le classi dirigenti non hanno saputo affrontare l’emergenza idrica. Ma l’Irpinia come il Mezzogiorno non può prescindere dalla questione idrica.
Occorre una governance pubblica dell’acqua ma vanno smantellati i consorzi inefficienti. L’Alto Calore fu voluta da Fiorentino Sullo, che sosteneva ‘una scuola e un acquedotto in ogni comune’. Oggi rischiamo di perdere entrambe le cose.
Le difficoltà causate dai rubinetti a secco colpiscono anche gli imprenditori: la città di Potenza è rimasta per 24 giorni senza acqua. Provate a immaginarne l’impatto sulle aziende agricole, sui negozi, sui bar. Serve l’impegno di tutti nella difesa della gestione pubblica: è questione di democrazia: c’è bisogno di una riflessione politica seria e di classi dirigenti capaci. Le Regioni sono il vero dramma delle aree interne e dei piccoli comuni. Non hanno fatto nulla neanche per l’acqua. Le nostre dighe furono realizzate grazie alla Cassa del Mezzogiorno. Questa fu l’unica stagione di grande progettualità per il Sud”, ha concluso Caivano.
Sabino Aquino, dati alla mano, ha ricordato che l’Irpinia è tra le province più ricche di sorgenti in Italia, eppure le sue case restano spesso a secco mentre l’acqua irpina viene distribuita nelle altre province e fuori regione. Ecco, il problema, ha detto, non è “naturale” ma politico.
Enrico Tordiglione ha osservato che iniziative come il film“Il bacio azzurro” (prodotto dal papà Pino Tordiglione ndr) sono utili a spiegare il problema ai giovani, a portare la questione nelle scuole, a farne nascere la consapevolezza nei cittadini di domani.
Alessandro Giosino ha poi messo in luce la condizione dei piccoli comuni: realtà vitali ma dimenticate, senza voce né potere, che pure continuano a tenere insieme l’Italia minore.
E ancora Luca Nacca, di Insieme per Avellino e l’Irpinia, che ha allargato l’orizzonte del dibattito alla questione ambientale nel suo complesso, riprendendo i dati esposti nei giorni scorsi dal procuratore delle Repubblica, Domenico Airoma: l’incidenza di alcune patologie in certe zone del territorio irpino è in aumento, e l’inquinamento, che interessa anche l’acqua, è una delle principali cause.
Poi Nacca ha affrontato il nodo della tariffa idrica, ribadendo il no all’aumento paventato dall’Eic e dall’Alto Calore nelle scorse settimane. E per salvare l’Alto Calore e la gestione pubblica dell’acqua bisogna stare attenti alle prescrizioni del concordato fallimentare. Serve allora una buona governance pubblica e responsabilità politica, una politica che scelga di non dividersi, che ritrovi l’unità nella difesa dei beni comuni, superando contraddizioni e logiche di parte.