Il Comitato “Uniamoci per l’acqua” attende risposte. Dopo il non riuscito, sicuramente non per colpa loro, ma di istituzioni e comunità, sit in dell’altro giorno durante il passaggio in Irpinia del Giro d’Italia, richiama l’attenzione dei sindaci. E chiede: “Che fine ha fatto la proposta unitaria annunciata dai sindaci?” in merito all’emergenza idrica. E richiede “chiarezza e trasparenza”. Continua il Comitato di Grottaminarda: “Il 6 maggio scorso, ad Ariano Irpino, durante una riunione sul Masterplan e crisi idrica tra sindaci della provincia e il comitato “Uniamoci per l’Acqua”, si è aperto un confronto importante sulle azioni da intraprendere per affrontare la crisi idrica strutturale che colpisce l’Irpinia”.
Durante quell’incontro, il Comitato ha presentato “una proposta articolata, fondata su dati tecnici e legittime richieste: dichiarazione di emergenza idrica strutturale, piano per rifare le reti, stop a nuove captazioni, difesa dell’acqua pubblica e coinvolgimento dei cittadini”. Presenti I primi cittadini di Ariano Irpino e Grottaminarda.
Quello della città del Tricolle, Enrico Franza, ricordacil Comitato,”ha parlato della necessità di istituire una “struttura commissariale con poteri straordinari” e – il giorno successivo, il 7 maggio – ha dichiarato (in chat) che entro la settimana avrebbe formulato una proposta unitaria che tenesse insieme la posizione del comitato e quella istituzionale”. Il sindaco di Grottaminarda, Marcantonio Spera, da parte sua’ha riconosciutoil valore dell’intervento del prof. Aquino, il lavoro svolto dal comitato e l’urgenza della situazione”. Ma, aggiungono dal Comitato”Uniamoci per l’acqua”
“oggi, a più di dieci giorni da quell’incontro, nessuna proposta è stata presentata. Nessun documento è stato condiviso. Nessuna risposta è arrivata.
Per questo ci rivolgiamo pubblicamente ai sindaci:
La proposta annunciata è stata formulata?
Sono state accolte le richieste del comitato?
Il documento è stato trasmesso alla Regione o al Governo?
I consigli comunali hanno deliberato qualcosa?
Come cittadini, come comitato civico, abbiamo il diritto di sapere e il dovere di vigilare.
Non vogliamo promesse, ma scelte chiare, pubbliche e trasparenti.
La crisi idrica non è solo tecnica. È politica. È sociale. È democratica.
E non può più attendere.