Luigi Famiglietti, docente di diritto degli enti locali all’università di Cassino, ex deputato Pd e già sindaco di Frigento è candidato alle elezioni regionali nella lista Fico Presidente: è un ritorno in politica, si può dire?
La mia candidatura nasce da una sollecitazione da parte del candidato presidente Roberto Fico e del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e in primis dalla volontà di poter contribuire a migliorare le condizioni del nostro territorio, nel solco di quanto già realizzato da amministratore e da parlamentare.
Dalle aree interne, Fico ha iniziato il suo tour elettorale.
Sì, le aree interne sono una priorità. Ho partecipato al tavolo per il programma della coalizione come delegato del Presidente Fico sul tema delle aree interne. Purtroppo, nel Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne c’è stata un po’ di leggerezza da parte del Ministero per la coesione territoriale, diciamo che si sono limitati a “copiare e incollare” dati demografici, numeri che mostrano che molti comuni rischiano, a breve, di scomparire. Dal Governo ci si aspetterebbero invece delle politiche concrete idonee a frenare lo spopolamento e rilanciare queste zone .
Cosa bisognerebbe fare per rilanciare le aree interne?
Occorre lavorare su più fronti: un riordino territoriale che favorisca le aggregazioni intercomunali, un investimento serio sulla qualità e sulla formazione del personale nei piccoli comuni e una politica volta ad attrarre nuovi residenti e nuovi investimenti . Soprattutto, come hanno ricordato anche i vescovi, bisogna superare la logica dei numeri: i trasferimenti economici non possono basarsi sul numero degli abitanti, ma devono essere commisurati al bisogno di garantire i servizi fondamentali ai cittadini che abitano questi luoghi.pd Se le risorse vengono distribuite unicamente in base alla popolazione, i territori meno popolati saranno sempre penalizzati e in questo modo non saranno garantiti nemmeno i servizi essenziali.
Altra questione che Fico mette tra le priorità programmatiche è la difesa della gestione pubblica dell’acqua. In Irpinia l’emergenza idrica si fa sentire mentre l’Alto Calore rischia il fallimento. C’è il pericolo infine che la gestione dell’acqua sia affidata ai privati.
Sì, quello dell’acqua pubblica è un tema che sta molto a cuore a Roberto Fico. La situazione dell’Alto Calore è anche una conseguenza della mala politica degli anni 90. Ci sono esempi virtuosi di gestione pubblica dell’acqua come quello dell’Acquedotto pugliese .Penso comunque che oggi serva una gestione che copra territori più ampi: non è più il tempo delle piccole società come l’Alto Calore. Bisogna immaginare una società pubblica interregionale, ispirata a un modello di efficienza e trasparenza. Dobbiamo vigilare sulla qualità della gestione, perché l’acqua è un bene pubblico e deve restare tale. Nel programma di Fico c’è un’impostazione chiara: la gestione pubblica dell’acqua deve essere un modello di riferimento per tutta la regione. Il mio auspicio è che con l’elezione di Roberto Fico e di Antonio Decaro possa crearsi tra Campania e Puglia una sinergia proficua per gli abitanti di queste due grandi regioni del Sud.
Un altro nodo riguarda le infrastrutture e i trasporti. Quali sono le priorità?
Purtroppo abbiamo ancora diverse opere incompiute che vanno realizzate al più presto come ad esempio la Lioni-Grottaminarda, l’elettrificazione della linea ferroviaria Avellino–Benevento–Salerno fondamentale per restituire una centralità alla stazione di Avellino. Essenziale puntare sul completamento dell’Alta Capacità che permetterà di connettere due capitali del Sud come Napoli e Bari passando per l’Irpinia. Ma è importante pure la realizzazione della “baffo di Codola “ per il collegamento ferroviario del capoluogo con Napoli. Infine, va potenziata la linea Circumvesuviana tra Baiano e Napoli e il traporto ferroviario in Valle Caudina. Immagino una forte cura del ferro per tutta l’Irpinia.
Oltre ai trasporti, anche la sanità è una priorità per le aree interne.
Assolutamente. Occorre rivedere le decisioni che hanno riguardato l’ospedale di Solofra. La politica non può essere sorda alle esigenze dei cittadini: deve ascoltare e intervenire. Bisogna restituire al Landolfi e alla Valle dell’Irno il pronto soccorso e nello stesso tempo puntare sul potenziamento della medicina territoriale diffusa in tutta la provincia , garantire tempi rapidi di intervento, ad esempio in caso di infarto. Dobbiamo investire affinché ci possa essere una dignitosa qualità della vita grazie ai servizi in tutto il territorio irpino, da Monteverde a Baiano, da San Martino a tutto l’hinterland, senza tralasciare l’alta Irpinia, l’Ufita e la baronia. Nessuna area deve essere marginalizzata.
Fino a questo momento nelle aree interne la politica non ci è riuscita: i risultati si vedono.
Bisogna puntare su una forte concertazione, un patto tra imprenditori, sindacati e amministratori per stabilire insieme le priorità e come intervenire. La vera sfida è remare nella stessa direzione. Gli imprenditori, i sindacati e i sindaci conoscono bene i problemi del territorio: la politica deve ascoltarli. La Regione deve essere un ente di programmazione, la gestione va lasciata al territorio. Bisogna passare dalla logica dei bandi che mette i comuni in competizione tra di loro per accaparrarsi risorse che spesso non portano reali benefici alle comunità, alla logica del mettere insieme piccoli e grandi comuni per disegnare insieme alla Regione una strategia di sviluppo e su quella base intercettare le risorse necessarie.
Lei è ancora del Pd?
La mia, come dicevo, è una candidatura nata su richiesta di Roberto Fico e Gaetano Manfredi. Prima di decidere ho avuto una serie di incontri con esponenti del mondo delle imprese, del sindacato e della società civile. Credo che la politica debba ripartire dall’ascolto delle istanze dei cittadini:solo così si può costruire un progetto credibile. Senza base non c’è altezza. Questa fase di confronto continuerà anche durante la campagna elettorale. Detto questo: mi presento con la lista Fico Presidente e il mio perimetro politico di riferimento resta il centrosinistra. Mi sono sempre sentito parte della comunità democratica. Non ho rinnovato la tessera del Partito Democratico per il 2025 perché non ho partecipato all’ultimo congresso regionale. Metto la mia esperienza al servizio della comunità, con spirito di responsabilità e di appartenenza.



