Di Paola Ricciarelli
Michela Colucci, da giugno per lei doppio incarico con la nomina nel Direttivo Nazionale dei giovani di Forza Italia, oltre ad essere coordinatrice provinciale dei giovani azzurri di Avellino. Una coincidenza che riuscirà a gestire e in che modo?
“In realtà, ci tengo a precisarlo con fermezza per me non è un ritorno, perché non c’è mai stato un abbandono. Sono in Forza Italia da otto anni, con coerenza e profonda convinzione. Dal 2020 ho l’onore di coordinare il movimento giovanile della provincia di Avellino, prima come vice coordinatrice, poi come coordinatrice. Solo lo scorso anno, in un momento personale complesso, ho scelto temporaneamente di affidare la guida al mio ex vice, Nicolantonio Cavaliere, che ha proseguito il lavoro con serietà e passione. Da diverso tempo sono tornata pienamente alla guida del coordinamento, con lo stesso entusiasmo di sempre.
La mia nomina nel direttivo nazionale dei giovani di Forza Italia, invece, è il risultato di un percorso fondato sull’impegno costante, sulla dedizione e sulla capacità di fare squadra. È un riconoscimento che appartiene a tutti i giovani che hanno creduto e credono in un progetto politico serio, concreto e radicato nei territori.
Gestisco entrambi gli incarichi con equilibrio- spiega la coordinatrice di Forza Italia – grazie a un’organizzazione solida e una squadra coesa. Nel coordinamento provinciale di Avellino ho costruito, nel tempo, un gruppo forte e motivato, a partire dal mio vice Rocco Veglia, fino ai responsabili d’area e ai coordinatori cittadini. Con loro c’è sinergia, confronto costante e un obiettivo comune: dare voce ai giovani, ascoltare i territori e trasformare le istanze in proposte politiche reali. Lavoriamo su temi centrali come l’occupazione giovanile, la formazione, il diritto allo studio, il sostegno all’imprenditoria giovanile e alla partecipazione civica. Perché i giovani non chiedono solo di essere ascoltati, ma di essere messi nelle condizioni di contribuire con competenza e visione sul futuro del Paese.
Quindi il mio ruolo nel coordinamento nazionale non è in contrasto con quello provinciale, anzi: si rafforzano a vicenda. Da una parte continuo a radicare e rafforzare il movimento in Irpinia; dall’altra porto le istanze dei nostri territori ai tavoli nazionali, affinché la voce dei giovani irpini non solo venga ascoltata, ma diventi protagonista delle scelte politiche. Il mio impegno quotidiano è costruire una politica giovane, ma non improvvisata; competente, ma non distante; radicata, ma capace di guardare lontano.
Quale valore aggiunto pensa di portare in Forza Italia, che in questa Provincia è in una fase di crescita significativa?
Il mio valore aggiunto è aver costruito, con determinazione e visione, il movimento giovanile più forte e strutturato della provincia. Non è solo una questione di numeri o presenza, ma di qualità, coesione e spirito di squadra. In questi anni ho messo insieme una rete capillare fatta di ragazzi e ragazze competenti, motivati e innamorati della buona politica, valorizzando ogni singolo contributo e riconoscendo il merito a ciascun componente del coordinamento. Ho sempre creduto che una leadership solida non si costruisca accentuando il protagonismo individuale, ma mettendo ciascuno nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie capacità. Ed è proprio questo, a mio avviso, il vero punto di forza del nostro gruppo: una comunità politica giovane, ma già matura, dove ognuno sa di contare davvero. In un partito che si sta rilanciando, diventare un esempio concreto di organizzazione, entusiasmo e risultati ottenuti, è un elemento distintivo- prosegue Michela Colucci-.
Che idea si è fatta della vicenda amministrativa di Piazza del Popolo. La prima sindaca del capoluogo non sta avendo vita facile?
È evidente che l’amministrazione comunale stia attraversando una fase delicata, in momenti come questi credo che debba prevalere il senso di responsabilità, soprattutto verso una città che ha bisogno di stabilità, dialogo e buone idee.
Da giovane impegnata in politica, non posso che augurarmi che la sindaca Nargi – prima donna a guidare il capoluogo – possa proseguire il suo percorso con la giusta autonomia e la serenità che merita, avendo ricevuto la fiducia diretta dei cittadini- spiega ancora la forzista -. Credo che al di là delle appartenenze politiche, quando una figura istituzionale viene eletta dal popolo, vada rispettata nel suo ruolo e nelle sue funzioni. Il mio auspicio è che le tensioni si risolvano nell’interesse della città, che ha bisogno di amministratori concentrati sui problemi concreti e non appesantita da continui scontri interni.
Avellino ha tante sfide davanti, e credo che il tempo della politica debba coincidere sempre di più con quello delle risposte, del lavoro e dell’ascolto.
Quali sono i suoi propositi per i giovani azzurri provinciali. Il lavoro è ancora l ‘emergenza del nostro territorio. Nonostante le tante azioni avviate dal governo centrale che, di fatto, stanno rilanciando il Sud. Concretamente cosa pensa di fare?
Credo che il primo passo fondamentale sia raccogliere le loro esigenze reali e comprendere da vicino le difficoltà che incontrano, soprattutto quando decidono di restare nel proprio territorio e investire sul proprio futuro. Il tema del lavoro non può essere affrontato con slogan o promesse astratte: servono strumenti, conoscenza e soprattutto un accompagnamento concreto. A livello provinciale e nazionale, uno dei miei propositi principali è quello di fare da ponte tra i giovani e le opportunità reali già esistenti, spesso poco conosciute. Penso, ad esempio, alle misure per l’autoimpiego, all’imprenditoria giovanile, agli incentivi per chi vuole avviare una propria attività o rientrare dall’estero.
Quello che possiamo e dobbiamo fare come Giovani Azzurri è informare, orientare e accompagnare questi ragazzi e ragazze, aiutandoli a districarsi tra bandi, strumenti e normative.
Allo stesso tempo, è essenziale conoscere le loro difficoltà e costruire, insieme a loro, proposte da portare sui tavoli istituzionali. Il nostro obiettivo è far sì che le politiche giovanili non restino su carta, ma siano il frutto di un confronto vero con i territori – conclude Colucci – Vogliamo essere presenti dove si decidono le cose, per rappresentare bisogni concreti e dare voce a una generazione che troppo spesso si sente ai margini.
In sintesi, i miei propositi si fondano su tre parole chiave: ascolto, informazione e proposta. Solo così possiamo costruire un futuro in cui restare nel Mezzogiorno sia una scelta e non una rinuncia