Con il congresso di questa mattina all’Hotel Bel Sito di Manocalzati, Forza Italia ha eletto per acclamazione segretario provinciale Angelo Antonio D’Agostino, alla presenza del segretario nazionale azzurro (e ministro degli Esteri) Antonio Tajani. E’ stata anche e soprattutto l’occasione per lanciare la sfida al centrosinistra per le imminenti elezioni regionali: “Per Forza Italia il candidato presidente è l’europarlamentare Fulvio Martusciello – ha detto Tajani –. Noi non poniamo veti sui candidati dei nostri alleati, ma allo stesso tempo non accettiamo veti sul nostro candidato”. E quando ha preso la parola lo stesso Martusciello, è diventato chiaro che la campagna elettorale è entrata nel vivo: “O Regione o morte”. Ad applaudire, in platea, tra gli altri, il consigliere regionale Livio Petitto, l’ex segretario provinciale Carmine De Angelis, l’ormai ex sub-commissario provinciale Giuliana Franciosa. E diversi amministratori locali, come il sindaco di Mirabella Giancarlo Ruggiero (“..nella nostra città abbiamo raggiunto quota 550 tessere”) e quello di Atripalda Paolo Spagnuolo: “Con il tesseramento abbiamo raggiunto un risultato straordinario. E non abbiamo tesserato prendendo carte di identità di ‘de cuius’ come anche avviene in altri partiti. Non abbiamo tesserato amici e parenti a loro insaputa”.
Ad ascoltare le parole del ministro degli Esteri e dei vertici provinciali e regionali di Forza Italia, anche esponenti e rappresentati delle altre forze politiche del centrodestra avellinese, a partire dalla presidente provinciale di Fratelli d’Italia Ines Fruncillo: si sono visti per esempio Sabino Morano (Lega), Gianfranco Rotondi (parlamentare democristiano eletto con Fdi, capace di essere presente sia qui che alla quasi contemporanea inaugurazione della sede avellinese del movimento di Clemente Mastella). Presenti anche alcuni consiglieri comunali della città capoluogo, come Gerardo Melillo (eletto con la civica Forza Avellino) e Rino Genovese (Patto Civico).
L’INTERVENTO DEL MINISTRO TAJANI: SIAMO GLI EREDI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA
Nel suo intervento il ministro Tajani ha rivendicato il ruolo moderato di Forza Italia all’interno del centrodestra: “Siamo una grande forza moderata, cristiana, liberale, riformista. Vogliamo occupare lo spazio che avevano la Democrazia Cristiana e i partiti alleati ai tempi della prima Repubblica. Certo, siamo diversi, il mondo è cambiato, ma quel ruolo centrale della politica noi vogliamo assumere, perché siamo gli eredi di quei valori. Siamo gli eredi di quella Italia che nel secondo dopoguerra si è rimboccata le maniche e ci ha permesso di diventare la seconda potenza industriale d’Europa e la quarta potenza commerciale nel mondo. Grazie a quel ceto medio che ha lavorato e che spesso non è stato abbastanza valorizzato. Ecco perché noi vogliamo assolutamente che si tagli l’Irpef dal 35 al 33 per cento allargando la basa fino ai 60mila euro di reddito proprio per dare un segnale al ceto medio che non deve diventare assolutamente ceto povero”.
TAJANI SULLA REGIONE: LA PARTITA SI VINCE AL CENTRO. SERVE UNA RIVOLUZIONE CULTURALE PER MANDARE A GAMBE PER ARIA IL POTERE MAFIOSO
“Meritiamo in questa regione di essere governati diversamente. L’alternativa al governo De Luca c’è e non è piccola ed è un’alternativa di centrodestra che deve aggregare il maggior numero possibile di elettori moderati, perché la partita si vince al centro. Noi non vogliamo fare imposizioni, ma sul tavolo del centrodestra noi abbiamo un candidato di valore che è Fulvio Martusciello. Ai nostri alleati diciamo che abbiamo cavalli di razza in grado di governare bene questa regione, forti anche dell’esperienza che hanno avuto, perché Fulvio lo ha dimostrato quando era assessore regionale alle Attività Produttive. Noi osiamo pronti a discutere, pronti a confrontarci. Non abbiamo veti su nessuno, ma non vogliamo nemmeno che ci siano veti nei nostri confronti. Perché le vittorie non si costruiscono sui veti, ma sul consenso, sulla ricerca del miglior candidato possibile. Noi abbiamo fatto una proposta. Si discuterà e vedremo come poter vincere. Perché finalmente in Campania si può scalzare un potere fatto di incrostazioni, di clientelismo, di vecchio modo di governare. Nessuno dice che il cittadino deve diventare un cliente del potere, ma è il potere che è al servizio del cittadino. E’ questa la rivoluzione culturale che serve a mandare a gambe per aria il potere mafioso. Non con le parole, ma trovando soluzioni ai problemi dei cittadini, perché se queste soluzioni non le trova lo Stato o la politica, il rischio è che le soluzioni le trovi la malavita organizzata. E noi vogliamo estirpare la malapianta della malavita organizzata”.