Pino Rosato, direttore della clinica Villa dei Pini, candidato con la lista “A Testa Alta”, è stato manager del Moscati ed è rinomato cardiologo. Con Rosato non possiamo non parlare di sanità, materia che conosce bene, tema che gli sta a cuore: la Campania può considerarsi ormai fuori dal piano di rientro sanitario, con non pochi sacrifici e tagli. E ora?
È un traguardo storico, frutto di un lavoro lungo e complesso guidato dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca. Dopo anni di commissariamento e di vincoli rigidi, oggi possiamo tornare a pianificare e investire. Uscire dal piano di rientro significa riacquistare autonomia gestionale. È la condizione necessaria per avviare una nuova stagione di rilancio.
Quali sono le priorità per la sanità campana e in particolare per quella irpina?
Le priorità riguardano due piani: il rafforzamento delle strutture ospedaliere e lo sviluppo della sanità territoriale. Dobbiamo potenziare le dotazioni tecnologiche, valorizzare il personale e garantire una presenza capillare dei servizi, soprattutto nelle aree interne. L’obiettivo è evitare che i cittadini debbano spostarsi per ricevere cure adeguate. Ogni territorio deve poter contare su un presidio efficiente e su una rete di assistenza di prossimità.
Uno delle questioni più discusse è la sostituzione del Pronto soccorso di Solofra Landolfi con un punto di primo soccorso, che però è ancora in fase di realizzazione.
L’ospedale di Solofra è una risorsa strategica e deve essere valorizzato. L’idea è di rilanciarlo garantendo la presenza di un pronto soccorso o, in alternativa, di un punto di primo intervento funzionale alle esigenze del territorio. Così eviteremo anche il sovraffollamento del Pronto soccorso del Moscati di Avellino. Il Landolfi è un presidio che serve un bacino d’utenza importante, con un ruolo chiave anche per l’area industriale.
Per evitare problemi ai Pronto soccorso serve anche la “medicina di prossimità”.
Significa portare la cura vicino ai cittadini. Dopo la pandemia abbiamo capito quanto sia fondamentale avere presidi diffusi, case di comunità, poliambulatori e servizi infermieristici territoriali. La medicina di prossimità è il futuro, perché riduce gli accessi impropri ai pronto soccorso e permette una presa in carico più efficace dei pazienti cronici. Sopratutto è necessario ed urgente sviluppare una rete sanitaria che prenda in carico i pazienti con patologie tempo-dipendenti. Stesso discorso vale pure per i pazienti cronici: devono potere accendere ad una medicina di prossimità.
Nelle aree interne mancano i medici.
Dobbiamo incentivare chi sceglie di lavorare nei territori più difficili, sia con strumenti economici che con opportunità di crescita professionale. Le aree interne rischiano lo spopolamento anche sanitario, e questo non possiamo permettercelo. Servono politiche mirate per attrarre e trattenere i medici, garantendo condizioni di lavoro più favorevoli rispetto alle zone del territorio.
Il pronto soccorso del Moscati di Avellino vive da tempo una situazione di forte pressione. Come intervenire?
Occorre una riorganizzazione complessiva, che parta dal potenziamento del personale e arrivi a una migliore integrazione con il territorio. Se la medicina territoriale funziona, il pronto soccorso si alleggerisce. Dobbiamo agire su più fronti: triage più efficiente, percorsi rapidi per i codici minori, e, ripeto, maggiore sinergia con la rete dell’emergenza-urgenza provinciale.
Un altro tema attuale è la telemedicina. Che ruolo può avere nel nuovo modello sanitario?
Un ruolo centrale. La telemedicina consente di monitorare i pazienti a distanza, ridurre i tempi di diagnosi e migliorare la continuità assistenziale. In una provincia come Avellino, con molti piccoli comuni e distanze significative, rappresenta una vera rivoluzione. La Regione sta già investendo in piattaforme digitali e formazione del personale: si tratta di un passo fondamentale verso una sanità moderna, efficiente e accessibile a tutti. Una sanità più vicina, più umana e più efficiente è una delle mie priorità. L’uscita dal piano di rientro ci restituisce la libertà di costruire il futuro. Ora dobbiamo investire in persone, strutture e innovazione. Solo così la Campania potrà garantire ancora di più a tutti i cittadini, indipendentemente da dove vivono, il diritto alla salute sancito dalla Costituzione. In Irpinia la sanità è una sfida da vincere, possiamo diventare un modello virtuoso.



