Guerriera Guerrieri nasce a Cortona nel 1902 . La sua storia si intreccia con quella del padre, Guerriero Guerrieri, funzionario bancario trasferito per necessità professionali a Napoli. Attraverso un percorso adolescenziale, Guerriera completa il liceo e intraprende gli studi universitari in Lettere presso l’Università degli Studi di Napoli, specializzandosi successivamente in paleografia e dottrine archivistiche all’Archivio di Stato di Napoli, conseguendo infine la laurea nel 1926.
Inizialmente orientata verso l’insegnamento, Guerriera, durante il riordino dei libri nella biblioteca di Capodimonte alla fine del 1927, scopre la sua vera vocazione. Abbandonando il mondo accademico, decide di dedicarsi all’affascinante ruolo di bibliotecaria, inizialmente come volontaria presso la Biblioteca Nazionale a Palazzo Reale. Nel 1932, attraverso un concorso, entra ufficialmente a far parte dell’organico della Biblioteca Nazionale.
La giovane e appassionata Guerriera si impegna attivamente all’interno della Biblioteca, consapevole del potere formativo di codici, manoscritti ed edizioni a stampa. Nel 1938, con la visione di una curatrice di tesori culturali, organizza una mostra di cimeli bibliografici. La sua presenza si estende oltre i confini della biblioteca, collaborando con riviste di prestigio come Accademia e Biblioteca d’Italia e avviando la seconda serie dei Quaderni della Biblioteca Nazionale di Napoli, a scopo divulgativo. Il frangente del 1941 porta Guerriera a dedicarsi completamente alla salvaguardia del patrimonio bibliografico a causa della guerra in corso. Tra le sue opere di rilevanza e testimonianza, si distingue “Vicende della Biblioteca nazionale di Napoli: diario di guerra 1943-1945,” pubblicato nel 1980. Il diario di Guerriera Guerrieri, lungi dall’essere un resoconto mondano, rappresenta una testimonianza del suo instancabile lavoro. A partire dalla circolare del 31 gennaio 1935, che disponeva le norme per la salvaguardia dei libri e degli uffici pubblici in caso di guerra, Guerriera assume il ruolo di bibliotecaria capo e sovrintendente bibliografico, dirigendo personalmente il trasferimento di preziosi materiali, come manoscritti e incunaboli, in luoghi sicuri come il Monastero di Montevergine e il Palazzo Abbaziale di Loreto, in provincia di Avellino. L’azione di tutela e difesa si è estende e si intensifica, coinvolgendo altri volumi che, alloggiati in ben 1437 casse, sono portati in rifugi esterni a Teano, Cavi Risorta, San Giorgio del Sannio e Aversa. Queste numerose casse garantiscono la conservazione dei libri, fornendo protezione non solo dai bombardamenti, ma anche dall’umidità. Numerose istituzioni, tra cui l’Archivio di Stato, l’Archivio Municipale e le Biblioteche dell’Accademia Reale e della Società Storica di Napoli, perdono gran parte del loro materiale librario. Il dramma della guerra colpisce la Biblioteca Nazionale, occupata, distrutta e saccheggiata sia da parte degli avversari che degli alleati, ma Guerriera, con impegno morale e professionale, riesce a mettere in salvo molti libri. La biblioteca deve essere completamente ricostruita e lei testimonia gli sforzi degli operatori nel recuperare il materiale librario rimasto tra le macerie. Il diario rivela un impegno instancabile, anni di lavoro quotidiano senza riposo, anche senza stipendi e senza la presenza fisica dei libri. Guerriera organizza spedizioni con camion per riportare i libri nella Biblioteca, dettagliando attenta e precisamente le spese di trasporto e le difficoltà delle strade da percorrere. Nonostante i continui soprusi e le incursioni nella Biblioteca, Guerriera, stanca di tali violazioni, limita l’accesso degli alleati solo agli autorizzati dal generale Gardner, suo alleato nella ricostruzione e nel recupero dei materiali. Nel 1944, la Biblioteca inizia a recuperare i libri in sede e, verso il 1945, il pubblico può finalmente accedere alle sale di lettura dalle 9:00 alle 15:00, riaprendo così la distribuzione e il prestito di libri.
Alla fine del diario la Guerrieri ci lascia una sua riflessione appassionata: «Tutt’oggi la Biblioteca ha l’aspetto del laboratorio e dell’officina. A quando la sua grinta severa? […] È in particolar modo ora gradevole il ritorno a una consuetudine di lavoro che fu spezzata. Vogliamo con il desiderio vivo tornare alle ricerche erudite e laboriose, alle sottili indagini incunabulistiche, alle discussioni che spesso solleva un’accurata compilazione di cataloghi. Aspiriamo a ricercar l’inedito, a ricostruire la famiglia di un codice o a far ricerche sull’appartenenza di una legatura pregevole o di un grazioso ex libris. Ci accingiamo con nuova cura a completar collezioni, a colmar lacune, a rendere più utile e accogliente la Biblioteca allo studio. E che la bufera passata non sia un ricordo amaro, quale di ammalato che torna alla vita e questa più apprezza e più sollecitamente tutela» .
Le parole di questa donna riflettono il suo desiderio di potenziare le funzioni della biblioteca. Attraverso il suo impegno, ha non solo preservato il patrimonio librario per le generazioni future durante periodi difficili, ma ha anche sottolineato il ruolo cruciale della biblioteca come promotore culturale e luogo di incontro intergenerazionale. Le vicende personali e storiche di quegli anni rivivono nei contributi di Guerriera Guerrieri su importanti riviste nazionali, oltre che nel diario di guerra pubblicato nel 1980. Benedetto Croce riconosce il suo contributo straordinario, scrivendo che tutti gli studiosi di Napoli e oltre le devono “la salvazione di tutto il patrimonio librario della Biblioteca Nazionale.”
La direzione di Guerriera e la sua supervisione si distinguono per una visione moderna, anticipando metodiche di archiviazione che diventano la base della futura catalogazione. Promuove la costituzione della Sezione della Campania e della Calabria dell’AIB, presiedendola ininterrottamente dal 1948 al 1976, diventando poi presidente onoraria e consigliere fino al 1979. Posta a riposo nel 1967 e costretta a ritornare a Cortona per problemi di salute, Guerriera Guerrieri continua a condividere conoscenza e cultura attraverso relazioni e convegni. Eletta socia di diverse accademie, viene insignita della medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1968, e nel 1976 le viene conferito il titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Muore a Cortona il 1 novembre 1980.
Nel 2023, il monumentale Salone di Lettura della Biblioteca Nazionale di Napoli è intitolato a lei, celebrando la sua eredità duratura nella danza senza fine della cultura e della conoscenza. A Napoli l’8 marzo di quest’anno è stato inaugurato il PRIMO VICOLO DELLA CULTURA DEDICATO ALLE DONNE al Vicoletto Donnaregina. Questo spazio è stato impreziosito da murales, volumi, illuminazioni e edicole: una di queste edicole è stata particolarmente dedicata a Guerriera Guerrieri!
Rosa Bianco