«La politica è impegno reale: un ponte tra le persone, il luogo dove si intrecciano storie e responsabilità comuni. È partecipazione, condivisione, costruzione di legami. Questo è quello che abbiamo vissuto durante la campagna referendaria appena conclusa. Un percorso fatto insieme con la CGIL, con le associazioni, con i partiti e i gruppi politici. Ma soprattutto, un percorso fatto tra le persone, nelle piazze e nei mercati, sotto i gazebo, nelle sezioni, attraverso le chiamate, i messaggi, le iniziative spontanee».
Adriana Guerriero, Vicesegretaria PD Irpinia e Segretaria PD di Grottolella interviene sull’esito referendario e aggiunge: «È vero, non è stato raggiunto il quorum. Ma non per questo va disperso tutto il lavoro compiuto, tutta la passione e l’energia messe in campo.
Anche nella nostra provincia, nella nostra Irpinia, abbiamo riscoperto qualcosa che da tempo mancava: il senso dello stare insieme, uniti per un obiettivo comune. E no, non è stato affatto scontato.
Partiamo proprio da questo dato: l’insieme. Quanto serve? Tantissimo. Serve a noi, per rafforzare la nostra azione politica, e serve ai cittadini, per ritrovare fiducia in chi sceglie di impegnarsi. Perché anche quando non si raggiunge subito un obiettivo, si costruisce qualcosa di duraturo: legami, consapevolezza, prospettive. E questo è accaduto, qui e in tutto il Paese.
Milioni di persone sono andate a votare, esercitando un diritto fondamentale con libertà e convinzione. Una scelta che merita rispetto e, da parte nostra, il massimo impegno. Se c’è la possibilità di costruire una società più giusta, che protegga davvero chi vive disuguaglianze economiche e sociali, allora nessuno può permettersi di restare indietro. Soprattutto, non possiamo metterci da parte noi».
La vicesegretaria del Pd irpino continua: «Ora si apre una nuova fase: quella dell’agire politico. Sminuire il valore del referendum sarebbe un grave errore. Non lo faremo. Continueremo a portare avanti questo percorso, a testa alta e con la schiena dritta. E non accetteremo che venga svilito uno strumento di partecipazione fondamentale per la democrazia.
C’è chi, con una certa fretta, già avanza l’idea di riforme restrittive: aumentare il numero delle firme necessarie, mettere in discussione la sostenibilità economica dello strumento referendario. Eppure, per quattro quesiti su cinque, erano state raccolte oltre un milione di firme, più del doppio di quelle richieste. E vale la pena ricordare che proprio chi oggi propone modifiche, nel 2022 promosse un referendum con la più bassa affluenza della storia. Allora nessuno si permise di ridicolizzare la partecipazione con slogan o battute da ombrellone. Se si vuole davvero migliorare la partecipazione, si apra un confronto serio: si discuta anche dell’abbassamento – o dell’abolizione – del quorum. Perché ogni strumento democratico merita pari dignità, che si tratti di elezioni politiche o di referendum popolari».
Adriana Guerriero si avvia alle conclusioni: «Gli sforzi non sono stati sufficienti, è così. Ma le urne restituiscono sempre un messaggio, un sentimento, un bisogno. E oltre 14 milioni di persone hanno ritenuto che valesse la pena partecipare. Questo deve essere il nostro faro: la democrazia, viva e concreta, da praticare con ogni mezzo, attraverso ogni strumento. Spetta a noi – partiti, associazioni, sindacati, organizzazioni – trovare modi e strumenti per continuare perché questo non è un punto di arrivo, ma solo l’inizio. Continuiamo, insieme».