Valle Ufita. Sono pronti. Sette autobus, destinazione Aosta, e poi altri che dovranno prendere la strada per Torino. In mezzo, invece, le difficoltà, le indecisioni del gruppo dirigenziale. E lo smarrimento degli operai dello stabilimento di Flumeri che, però, dimostrano che, da queste parti, non si è persa la grande capacità e la passione per questo lavoro. E, infatti, le tute blu difenderanno” con le unghie e con i denti “quella che, dopo tanti anni, considerano ormai la loro azienda.
Adesso che la vertenza di Industria Italiana Autobus è ripresa e si avvia a prendere le decisioni più importanti, gli operai di valle Ufita chiedono, a gran voce, di essere ascoltati. Si trovano davanti ad un bivio:”A volte- sostengono, infatti, davanti ai cancelli dello stabilimento- dobbiamo convincere soprattutto i politici”.
In attesa dell’assemblea dei soci per la ricapitalizzazione, che si dovrà tenere il prossimo 24 febbraio, sono sempre più decisi. E ci credono. “Lotteremo con tutte le nostre forze- dice Lello Colello, rsu di fabbrica, della Uilm-per far sì che la maggioranza dell’ azienda resti pubblica. Confidiamo in Leonardo, nel momento in cui Invitalia ( l’altro socio, ndr) uscirà. Speriamo che la sua quota possa essere, quindi, assorbita proprio da Leonardo.
E il Mimit ci deve dare, per questo, una mano”. Quindi, la politica dovrà fare la sua parte. Gli operai della Iia non vogliono più sentir fare proclami, mettere in campo privatizzazioni o cose del genere.” Nella politica- aggiunge Colello- non ci credo più, sopratutto a quella che ha provocato tutto quello a cui oggi assistiamo. Intanto noi resteremo vigili e ci mobiliteremo ancora”.
Intanto non giungono buone notizie da valle Ufita: si parla, ma non è ancora confermato, di un blocco della fornitura dei materiali, in quanto gli stessi fornitori vorrebbero recuperare i soldi dei vecchi ordini. È da ieri che gira questa voce. Se così fosse si prevederebbe un blocco di forniture per due mesi circa. “La linea della proprietà pubblica della Iia dovranno seguirla tutte le istituzioni- dice Giovanni Garofalo, rsu Fismic-. E noi lo ribadiremo in ogni incontro con loro”. Sindaci, parlamentari irpini, Governo. Insomma, questi dovranno farsi carico della lotta degli operai.”
La stragrande maggioranza di noi che lavoriamo in fabbrica sostiene la necessità che Iia resti pubblica. Altrimenti- continua Garofalo – sarebbe già fallita. Noi abbiamo dimostrato di lavorare, e bene, già dal 2017, epoca Del Rosso, per intenderci”. E non risparmia l’attuale gruppo dirigente” che ci fa perdere l’entusiasmo. Respingiamo, perciò, al mittente le dichiarazioni dei politici che paventano l’ingresso dei privati. Devono ascoltare chi, in fabbrica, ci lavora”. E si sofferma sull’importanza che, nel prossimo futuro, avrà quest’area.” Sarà strategica- sottolinea l’rsu di fabbrica-. Vogliamo perciò conoscere il piano industriale. Tutti, proprio tutti, dicano quali intenzioni hanno, e la verità, su questa fabbrica”.
In merito alle voci sul possibile blocco delle forniture, interviene la sezione del Partito democratico di Grottaminarda,” vicino ai lavoratori in questa lotta”, per dire che” per questo motivo serve un garante come lo Stato- fa sapere Nicola Cataruozzolo, segretario dei dem grottesi-che anticipi l’occorrente in forma di prestito”.
Giancarlo Vitale