Valle Ufita – Dopodomani, in fabbrica, incontro di approfondimento dopo la convocazione romana al Mimit dei nuovi proprietari di Industria Italiana Autobus, i fratelli Civitillo, con il titolare del dicastero, Adolfo Urso. Operai e sindacati potranno fare un esame di quanto avvenuto. Un risultato, intanto, è stato portato a casa: lo stop al provvedimento di apertura di trasferimento della produzione da Bologna, nella ex Bredamenarini, a Flumeri.
Si può dire che le proteste delle tute blu hanno vinto. Bologna non chiude. Anche per l’intervento dell’assessore regionale dell’Emilia Romagna, Vincenzo Colla. Un altra novità, che sarà resa ufficiale la prossima settimana, è quella dell’ingresso dei cinesi in valle Ufita con il venticinque per cento del capitale. Una grande multinazionale, del settore della componentistica, grazie alla quale si avrà accesso a prezzi agevolati e al ribasso. Con la riserva di proporre, nelle gare, i propri mezzi quando non fosse il caso di fornirli.
Questa è una cosa che preoccupa i sindacati. “Temiamo – dicono Fim, Fiom e Uilm – che possa diventare, in pratica, un veicolo di commercializzazione di autobus prodotti in Cina”. Adesso, scampato un pericolo, quello della chiusura della ex Bredamenarini, si passa ai confronti negli stabilimenti: venerdì 6 settembre a Flumeri e poi il 16 in quello bolognese. “Siamo alla fine riusciti ad ottenere – dicono unitariamente le sigle sindacali – i due confronti di merito, che per noi deve conseguire continuità industriale e occupazionale in entrambi i siti”. Per Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom, il provvedimento dei trasferimenti, ripresentato ieri ma fermato, anche dal ministro Adolfo Urso, sarebbe stato “inaccettabile”. Per questo è importante “aprire una fase di confronto sul piano industriale. A cui siamo ovviamente disponibili”.