di Carmine Clericuzio
La Resistenza che la Divisione Acqui oppose ai nazisti è considerata il primo episodio della lotta di Liberazione. I soldati italiani si rifiutarono di deporre le armi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e diecimila militari furono trucidati o fatti annegare nelle isole greche di Cefalonia e Corfù, dove avvenne la più grande eliminazione di massa di prigionieri di guerra della Seconda guerra mondiale. In quell’eccidio rimase vittima un ufficiale irpino: il capitano dei Carabinieri Teobaldo Caggiano, nato a Taurasi il 24 novembre 1914 da Michelangelo e Palmira Tranfaglia. Conseguita a pieni voti la maturità classica presso il Liceo Colletta di Avellino, Caggiano si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Napoli, ma appena ventenne sceglie la carriera militare.
Il 17 novembre 1934 è ammesso alla Scuola Allievi Ufficiali di Potenza del 9° Reggimento Artiglieria. Il 6 febbraio 1935 è nominato allievo ufficiale di complemento e il 23 maggio presta servizio con il grado di sottotenente presso il 3° Reggimento Artiglieria di Corpo d’Armata di Cremona. Inviato in congedo il 15 giugno 1936, si laurea brillantemente e acquisisce l’abilitazione all’esercizio forense. Poi frequenta ad Avellino lo studio dell’avvocato giurista Guido Dorso, diventando un suo apprezzato allievo. Rientra volontariamente nell’Esercito l’8 agosto 1939 con il grado di tenente, mentre il 29 febbraio 1940 è trasferito a Roma alla Legione Allievi dei Carabinieri Reali per il passaggio nel ruolo di complemento nell’Arma. Il primo aprile 1940 viene inviato al Gruppo Carabinieri di Benevento, poi dal primo giugno dello stesso anno presta servizio presso la Legione di Ancona. Il 7 giugno 1940, tre giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania hitleriana, è richiamato alle armi e destinato alla 49ª Sezione Mista Carabinieri. Poi il 9 dicembre del ’40 è inviato al 7° Battaglione Carabinieri Mobilitato con destinazione le zone di guerra in Albania. Si imbarca a Bari il 27 dicembre e giunge nel porto di Durazzo il giorno successivo, assumendo il comando della 1ª Compagnia del 7° Battaglione.
Dopo la resa della Grecia avvenuta il 23 aprile 1941, viene inviata nelle Isole Ionie la Divisione Acqui: nella zona di Corfù vengono dislocati, a partire dal 2 maggio 1941, i Carabinieri del 7° Battaglione, inquadrati nel 18º Reggimento Fanteria comandato dal colonnello Luigi Lusignani, mentre il 33° Reggimento Fanteria si posiziona a Cefalonia, dove si insedia il Comando della Divisione sotto la guida del generale Antonio Gandin. Il 29 maggio 1941 Caggiano risulta essere proprio a Corfù e dopo pochi mesi gli viene conferito un solenne encomio: “Ufficiale appartenente a battaglione mobilitato dislocato in territorio di occupazione, fedele interprete delle direttive superiori, organizzò e diresse l’azione dei propri dipendenti in modo particolarmente efficace, distinguendosi per zelo, capacità professionale, alto senso del dovere e spirito di sacrificio. – Isole Ioniche, maggio-ottobre 1941”. Il 31 ottobre 1942 riceve la promozione al grado di capitano e continua ad operare nel territorio di confine tra Grecia e Albania.
L’8 settembre 1943, con l’annuncio dell’armistizio, la Compagnia al comando di Caggiano si sposta con uomini e mezzi al centro di Corfù, dove sono operativi circa 4.500 uomini, mentre a Cefalonia le truppe italiane ammontano a circa 11.000 unità. Un presidio tedesco è presente a Cefalonia, ma in una situazione di inferiorità: in tutto 1.800 uomini al comando del tenente colonnello Hans Barge. Quest’ultimo intima a Gandin la resa delle truppe italiane e chiede la consegna delle armi. Il comandante della Divisione Acqui, dopo aver consultato gli ufficiali superiori, chiede il parere dei soldati reparto per reparto. A grandissima maggioranza l’orientamento è di non cedere all’ultimatum tedesco, sperando in un imminente intervento degli Alleati. Barge comunica la situazione al generale Hubert Lanz, responsabile del disarmo delle truppe italiane in Grecia. Immediatamente massicci bombardamenti dell’aviazione tedesca si abbattono sulle due isole, che precedono lo sbarco in massa di numerose truppe corazzate.
A Corfù è proprio l’ufficiale di Taurasi ad organizzare la Resistenza, con il supporto della popolazione e di circa seicento civili greci disposti a combattere a fianco degli italiani. Gli scontri, durissimi e sanguinosi, hanno inizio il giorno 15 e la supremazia di uomini e mezzi tedeschi è schiacciante, così la resa italiana è inevitabile. A Corfù i nazisti raggiungono la località di Skripero il 25 settembre 1943, dove nella Fortezza Vecchia, sede del Comando, catturano Caggiano, Lusignani e il capitano Carlo Ferraro, i quali, dopo un sommario e grottesco interrogatorio, sono messi al muro e fucilati. In un documento conservato presso l’Ufficio Storico dell’Arma, redatto dalla Legione Territoriale dei Carabinieri Napoli il 19 febbraio 1946, è annotata l’avvenuta tumulazione del cadavere di Caggiano nel cimitero cattolico di Corfù.
Circa dieci anni dopo, su Decreto Presidenziale del 16 ottobre 1956, al capitano irpino dell’Arma venne conferita la medaglia di bronzo al valor militare alla memoria con questa motivazione: “Comandante di Compagnia Carabinieri, in uno scacchiere operativo oltremare, in un momento particolarmente delicato e difficile fu assertore convinto della resistenza ad oltranza alle forze avversarie superiori in numero e mezzi. Sottoposto ad incessanti bombardamenti aerei diurni e notturni fu sempre di esempio ai propri dipendenti. Catturato veniva barbaramente ucciso. – Corfù (Grecia) 8-25 settembre 1943”.
Il primo marzo 1953, a bordo della nave Stromboli, furono trasferite a Bari le salme di oltre mille militari italiani uccisi in quelle isole, per poi essere tumulate nel 1967 nel Sacrario Nazionale dei Caduti d’Oltremare del capoluogo pugliese, che custodisce le spoglie mortali di oltre 75mila soldati. La salma di Caggiano non è mai stata individuata, ma si trova sicuramente in quel Sacrario sotto l’indicazione di “Ignoto”. Il Comune di Taurasi intitolò al suo eroico concittadino la scuola elementare e media, con una solenne cerimonia svoltasi il 3 maggio 1978. Poi dal 6 maggio 2017 porta il suo nome la nuova caserma dei Carabinieri di Montefusco. L’8 settembre 2008 nel Giardino del Popolo di Corfù fu inaugurato un monumento intitolato “Dialoghi”, in ricordo dei militari italiani trucidati dai nazisti, opera dello scultore Gianni Villoresi.