"Le reiterate vicende politiche cittadini impongono una riflessione seria e ci spingono a chiamare a raccolta tutte quelle forze sane, a partire dal centrodestra, per aderire al progetto civico che stiamo giù costruendo in viste delle prossime amministrative di Avellino":
La "chiamata alle armi" arriva dal movimento politico "Primavera Irpina" che, nel corso di una conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sede cittadina, ha analizzato l’attuale momento politico e lanciato il grido dell’allarme per il futuro sempre più nero della città.
Seduti al tavolo uomini del vecchio centro destra, Giovanni D’Ercole, Sabino Morano ed Ettore De Conciliis, oggi senza un partito alle spalle e loro stessi provenienti da esperienze politiche che negli anni spesso li ha visti protagonisti anche di posizioni nettamente distanti.
Ma il particolare momento politico che vive Avellino impone anche una riflessione seria "sugli errori che pure il centrodestra ha commesso per non riuscire mai ad affermarsi come forza politica di governo del Comune capoluogo", come commenta Morano ad apertura di lavori, definendo Primavera Irpinia come elemento propulsore che ambisce a porsi a capo di un percorso che metta fine quanto prima a questa esperienza amministrativa e rappresenti una valida alternativa politica.
"Un appello alle energie positive della città", quello che lancia Morano non lesinando accuse alle guerre intestine nel Partito Democratico e alla loro idea di potere.
"Con noi non prevalgono noi- aggiunge- ma idee, tant’è che da settembre lancerermo le "primarie delle idee" per mettere nero su bianco la piattaforma programmatica che ci porrete alla formazione della lista.
Di "esigenza di cambiamento" parla anche De Conciliis "Eppure- ricorda- questa amministrazione aveva tutti i numeri per governare, con una maggioranza forte almeno in termini di numeri. Poi si è trovata vittima di se stessa, lasciando la città all’incuria e all’abbandono.
"Quanti sentono la medesima esigenza di contribuire ad un progetto serio che superi l’attuale "elettroencefalogramma " piatto dell’amministrazione, si uniscano a noi", conclude
A conclude, con l’intervento più duro, nonché tecnico, è l’ex consigliere comunale Giovanni D’Ercole. "Subito il commissariamento- esordisce evidenziando come quanti chiamino ad un "patto di fine consiliatura" per far lavorare Foti vogliono solo il male della città o, peggio ancora, si rendono compartecipi "del disastro che si sta consumando".
D’Ercole dice chiaramente di rivolgersi a quella parte del centrodestra che si è lasciato andare a dichiarazioni simili, ma anche a quei consiglieri di maggioranza dissidenti" che stanno "truffando" la città con il loro atteggiamento. "Basta una firma e questa esperienza mortificante finisce", aggiunge D’Ercole mandado a dire ai dissidenti che forse "sono i primi che hanno terrore che questa consiliarura finisca e quindi debbano andare a casa".
Un Commissario per l’ex consigliere, sarebbe auspicabile per due sostanziali ragioni: la prima è che peggio di adesso non si potrebbe fare e nemmeno il discorso dei fondi regge perché è un aspetto che a prescindere curano gli uffici tecnici e la seconda è per garantire serenità ed equilibrio alla prossima competizione elettorale "senza che nessuno approfitti del proprio ruolo per scambi di voti". D’Ercole, a riguardo, cita l’esempio degli abusivi "puntualmente usati come serbatoi di voti e poi scaricati", ma anche le recenti inchieste giudiziarie con tanto di intercettazioni che hanno dato la misura di certi accadimenti.
Un invito alla chiarezza, infine, D’Ercole lo rivolge anche al dottor Pino Rosato, tra quelli che hanno invocato vicinanza a Foti in questa fase politica.
"Se già si sta consumando un accordo sulla strada Lioni- Nusco tra D’Amelio e De Mita è un discorso- commenta a riguardo D’Ercole- ma se il dottor Rosato afferma di voler lasciare tranquillo Foti allora o non vive la città o non ne avverte i problemi e si rende partecipe di questo mercimonio".
D’Ercole cova ancora l’aspirazione, legittima, di tre anni fa di candidarsi a sindaco?
Su quest’aspetto l’ex consigliere comunale sembra voler frenare. Da un lato pone ragioni squisitamente familiari ( in questi anni sono diventato marito e padre) dall’altro, consapevole dell’evolversi dello scenario politico, preferisce anteporre quel progetto di idee, piuttosto che posizionanti personali.
Almeno per ora.