Chiede fatti e non parole il Comitato Uniamoci per l’acqua. Lo sottolinea in una nota inviata agli organi di stampa “Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, tornato a parlare della crisi idrica in Irpinia, ha ribadito concetti già sentiti lo scorso anno: “una vicenda paradossale”, “una terra ricca d’acqua ma a secco nei rubinetti”, “servono nuove amministrazioni regionali capaci di pianificare”.
Parole che conosciamo a memoria, perché dette e ripetute in più occasioni: al G7 del 2024, nei comizi del 2025, oggi a Pietrastornina. Ma i cittadini continuano a subire razionamenti quotidiani, reti colabrodo che disperdono oltre il 50% dell’acqua, autobotti non controllate e bollette sempre più care.
Noi lo diciamo chiaro: non servono passerelle né frasi fatte. Servono scelte concrete. Il Ministro non può limitarsi a scaricare la responsabilità sulla Regione o sulla futura campagna elettorale. Perché l’acqua non aspetta: è un diritto essenziale, non una bandiera politica”
Si sottolinea come “da due anni a questa parte, non abbiamo visto:
- nessun commissario straordinario per affrontare un’emergenza che lui stesso definisce “di civiltà”;
- nessun piano straordinario nazionale per il rifacimento delle reti idriche in Irpinia, malgrado i fondi PNRR e le risorse europee disponibili;
- nessun impegno vincolante del Governo a garantire l’acqua a cittadini e comunità che pure alimentano anche Puglia e Basilicata.
Il Ministro ha detto che “non sono mancati i fondi, ma la programmazione”. Bene: allora chi governa a Roma cosa intende fare? Continuare a ripetere la diagnosi o prendersi la responsabilità di una cura?
Come Comitato “Uniamoci per l’Acqua” rivolgiamo a Piantedosi una domanda semplice: quali atti concreti ha promosso o intende promuovere il Governo per salvare l’Irpinia dalla sete?”