E’ un mare di arte quello che a partire dal mese di marzo ha invaso la casa circondariale di Foggia. Dalle 15.00 alle 17.30 di lunedì 27 maggio il carcere aprirà le porte alla stampa e alle televisioni per mostrare l’intenso lavoro artistico, durato diciotto intensi giorni e intitolato Un mare di arte… per un’onda di libertà, che l’artista Luca Pugliese ha realizzato in collaborazione con i detenuti e le detenute di tre sezioni (sezione femminile, nuovo padiglione, sezione giudiziaria) allo scopo di dare dignità al luogo e ai suoi abitanti.
Il risultato finale di questo progetto, che è stato fortemente voluto dalla direttrice della casa circondariale, dottoressa Giulia Magliulo, e finanziato dall’amministrazione penitenziaria, è una serie di murales dai colori smaglianti, tra cui uno di ben 150 metri di lunghezza, che colorando lo spazio nel segno del mare, hanno reso più accoglienti, vive e foriere di speranze alcune aree del penitenziario. Il tema scelto per questa action pittorica dal chiaro intento pedagogico è appunto il mare e i suoi abitanti, tema propiziatorio dell’andare oltre, tra risacche che avvolgono e frenano e onde amiche che traghettano verso nuove rotte e nuovi orizzonti; il mare come metafora della vita stessa, con suoi miraggi e i suoi naufragi, con i suoi variegatissimi colori e le sue infinite sfumature.
Uno spesso filo rosso corre tra questa esperienza e il progetto Un’ora d’aria colorata, che nell’arco di un decennio ha visto il musicantautore campano esibirsi finora in ben 35 concerti gratuiti in diversi istituti penitenziari italiani e fare dono della sua musica ristoratrice a migliaia di detenuti: l’arte nel e per il sociale.
«A fronte dei tanti concerti che ho finora tenuto nelle carceri,» racconta Pugliese «questa si è rivelata un’esperienza straordinaria. Portare la pittura e condividerla con chi è costretto a vivere in spazi augusti mi ha permesso di assistere a un miracolo dell’arte ancora più grande di quelli a cui ho finora avuto il privilegio di assistere. Vedere queste ragazze e questi ragazzi lavorare con dedizione e abnegazione totale insieme a me, trascinarli nel tempo del fare, del creare, è stata un’esperienza unica, e il risultato visivo ne è la prova. L’arte non migliora soltanto il lungo: migliora anche l’uomo».