“Qui, quando ti svegli, non hai la sensazione di iniziare un nuovo giorno, c’è poca differenza tra la luce e il buio. Nessun rumore di notte, tutto ovattato al mattino. Non c’è il frastuono del traffico che t’ingoia o che penetra dalla finestra spalancata sul tetto ad avvolgere le tue parole e l’abitare questi luoghi, per chi è solo di passaggio, ti fa sentire inadeguato”. Comincia così uno dei racconti che compongono l’antologia “Il paese come racconto-Guida narrativa di Zungoli, un paese quasi invisibile” a cura di Maria Loreto Chieffo, frutto di un progetto promosso dalla pro loco di Zungoli con il sostegno della Regione Campania-Aretur nell’ambito del progetto “Letterando tra i borghi irpini”. Il volume sarà presentato il 12 agosto, alle 18, nel cortile del castello normanno. A portare i propri saluti il sindaco Paolo Caruso, Tony Lucido, presidente pro loco Alta Irpinia, Maria Loreto Chieffo, curatrice del volume, Irene De Dominicis, editor. A comporre il volume i testi di Giorgia Anicchiarico Petruzzelli, Antonio Annicchiarico Petruzzelli, Paolo Barone, Maria Loreto Chieffo, Eleonora Davide, Letizia De Luca, Gerarda Del Medico, Sonia Del Medico, Antonella Grande, Maria Grande, Maria Luisa Grande,, Lina Filomena, Concettina Leone, Andrea Giulia Melchionna, Daniela Merola, Daniela Vellani, Claudia Venuti. A accompagnare l’incontro con musiche per flauto Carolina Dello Iacono.
E’ Tony Lucido, presidente della pro loco Alta Irpinia, a sottolineare come “La pubblicazione di questa antologia premia un sinergico sforzo culturale e promozionale nell’ambito del progetto “Letterando tra i Borghi Irpini”, promosso con capofila la Pro Loco Alta Irpinia di Sant’Angelo dei Lombardi, con partner anche la dinamica e brillante Pro Loco di Zungoli, presieduta dalla prof.ssa Maria Loreta Chieffo. Questo progetto proposto alla Regione Campania, attraverso l’Aretur, ha ricevuto gli apprezzamenti dalla Commissione di valutazione e ha ottenuto anche una forma di sostegno, quale concorso spese per la sua realizzazione. L’antologia vuole essere un modo nuovo di narrazione dei luoghi, del territorio, della sua storia e delle comunità. Uno sforzo, sia nella progettazione che nella realizzazione, tra interviste, racconti e strutturazione del pensiero portato avanti dalla prof.ssa Chieffo con la collaborazione di amici, di scrittrici e scrittori, che trasforma la lettura e il racconto dei luoghi in narrazione unica e originale, palpitante d’umanità”.
Dario Bavaro e Angelo Verderosa spiegano come “Raccontare un paese è il modo migliore per viverlo, questa antologia ne è la conferma. Basta guardare con attenzione, fermarsi e respirare un particolare, una porta, un muro, un angolo, i volti di chi lo abita e il paese ti dona una parola e poi una frase, fino a una storia; mentre cammini, mentre ti fermi. Nei paesi si trova una lingua che ancora ci tocca. E così pagina dopo pagina, racconto dopo racconto, ti porta in un paese che non è fatto solo di case e di vicoli ma di persone che con la loro voce parlano di vita, di storie pronte per entrare in scena. Il paese si veste di profumi e di colori a seconda delle stagioni, quando sembra prevalere il silenzio si apre una porta e qualcuno ti chiede: a chi appartieni. Sembra di poter entrare in cucina: il basilico nella salsa di pomodori, l’aglio sfritto sul baccalà sono richiami ancestrali. Quando affiora il male dello spopolamento e sembra che la nostalgia prevalga c’è sempre qualcuno che ritorna. E quel ritorno ci aiuta a riaprire con la mente nuove pagine. Raccontare un piccolo borgo significa tutto questo,
restituirgli il respiro di chi l’ha abitato, scavare fino a trovarne le radici perché sono queste la trama di ogni cosa; quel seme caduto in un terreno argilloso che àncora la narrazione ed evolve in un disegno visionario oltre il silenzio, oltre il vuoto lasciato da chi è andato via”.
E’, infine, Maria Loreto Chieffo, presidente della pro loco di Zungoli a ribadire come “Raccontare dei luoghi con le parole significa cedere alle atmosfere che solo certi posti sanno dare. Un atto evocativo. Un modo per trasformare lo spazio fisico in esperienza sensoriale ed emotiva. Sono le parole che hanno il potere di dare vita e di fare esistere il luogo, anche per chi non lo ha mai visto. Da qui l’idea: tante parole da tante voci, che si unissero per dipingere con la penna il paese, Zungoli. Parole per raccontare le emozioni di ciascuno, ché ognuno di noi porta con sé il proprio vissuto, la propria identità, che ci rende diversi, e perciò unici. Ecco, c’era l’idea ma bisognava darle una forma. Non è stato semplice. Molti hanno condiviso; qualcuno, alla sua prima esperienza di fronte al foglio bianco, si è messo subito all’opera, tutti hanno accettato la sfida. Ne è venuta fuori, a mio avviso, un’opera pregevole, che con le parole restituisce l’immagine di un paese, non uno dei tanti, sparsi nelle aree in terne del nostro sud, ma un paese unico nei suoi contrasti, nel la sua identità, proprio come coloro che lo hanno raccontato. Italo Calvino in Le città invisibili sottolinea l’importanza di cogliere in maniera soggettiva le sfumature di un luogo e di riuscire ad appropriarsene anche solo per il tempo del suo attraversamento. Ecco che il racconto,
la forma che abbiamo prediletto, anche se all’interno dell’antologia troviamo versi e brevi narrazioni, diventa lo strumento evocativo per eccellenza di emozioni e sensazioni di chi è entrato in contatto con il paese, di chi ci ha vissuto, di chi è partito, di chi lo ha percorso una sola volta, di chi è restato, continuando a respirarne gli spazi”.