Scoppia il “caso Caposele” all’interno del Partito Democratico irpino. La direzione provinciale dem ha, di fatto, commissariato la sezione del comune dell’alta valle del Sele, nominando Vanni Chieffo come nuovo commissario straordinario.
Una situazione che è in assoluto divenire, vista l’alzata di scudi da parte del segretario di Caposele Michele Notaro che, in un lungo video, denuncia la presunta illegittimità del provvedimento.
La decisione prenderebbe origine da una presunta violazione dell’ex art. 15 dello statuto regionale che prevede “il sostegno della segreteria provinciale e del Partito nel suo complesso ad eventuali sindaci e amministratori iscritti al Partito Democratico che possono ed esprimono la volontà di essere ricandidati“.
La sezione di Caposele, secondo i vertici di via Tagliamento, sarebbe venuta meno a questa normativa poiché “nelle elezioni indette nel comune di Caposele, pur in presenza della annunciata ricandidatura del sindaco Lorenzo Melillo, poi rieletto, iscritto al Partito Democratico, il locale circolo, in persona del suo segretario, Michele Notaro, sostenuto da una parte del direttivo partecipava alla costruzione di una lista in palese contrapposizione alla lista del sindaco uscente“.
Da qui parte la difesa di Notaro, che dichiara:
“Avremmo quindi dovuto chinare il capo, dire di si e andare avanti sostenendo il sindaco uscente. La lista messa in campo non era nata per contrapporci al primo cittadino, ma per cercare di costruire qualcosa che fosse il più condiviso possibile, votata dalla maggioranza degli iscritti a questo circolo. Fu invitato per primo il sindaco, ma non ha mai voluto partecipare. Alla fine del mandato di un’amministrazione si discute all’interno del partito, si fanno delle valutazioni e con il benestare del circolo si decide su di un’eventuale ricandidatura o meno. Non averlo appoggiato, quindi, sarebbe stata una violazione.
La commissione di garanzia, sollecitata da una minoranza del direttivo di Caposele, si riunisce e delibera il commissariamento, per aver violato l’art. 15 dello statuto regionale. Chi lo ha violato è esattamente chi in questo momento ci accusa di non si sa cosa. Sono certo che ad Avellino ci siano persone più che capaci, ma inviare a un circolo un documento fatto con questa sciatteria, è di per sé una vergogna. Non lo possiamo accettare“.
Concludendo con una dura presa di posizione:
“In virtù di questo, riteniamo illegittima questa decisione e non ci fermeremo qua. Per la storia della sinistra di Caposele, per i cittadini e gli iscritti. A Caposele siamo stati tra i pochi a superare il 31% alle scorse politiche, quindi noi non accettiamo questo commissariamento e questo commissario. Ricorreremo in tutte le sedi“.
Una storia destinata a proseguire a carte bollate che rischia di minare i già precari equilibri del Pd irpino.