“La fede è sempre un atto d’amore. Al di là di nozioni e dottrine ci chiede di innamorarci. E se un amore non si grida non è autentico”. Lo ribadisce il vescovo di Avellino Arturo Aiello nel celebrare in cattedrale il patrono San Modestino “vescovo pellegrino giunto da Antiochia” e i santi Modestino e Flaviano. Sottolinea la buona presenza di fedeli, tra loro anche il sindaco Laura Nargi “almeno oggi la cattedrale è gremita” e spiega che “La nostra Chiesa – spiega – ha bisogno di rinascere, grazie a una nuova evangelizzazione che si nutra di entusiasmo e di fervore. La memoria dei santi martiri diventa preziosa perchè capace di accendere gli animi come l’urna dei forti incoraggia a compiere grandi azioni come nel caso di Foscolo”. E rivolgendosi ai fedeli “Siete chiamati ad essere influencer partendo dal cuore del Vangelo”.
Spiega come “La nostra Chiesa affonda le radici in un annuncio del Vangelo, che non è ridotto a Bignami ma una testimonianza di grande lucentezza, poichè non c’è niente di più grande che dare la vita per gli altri”. Sottolinea il valore di cui si carica il rito di ammissione agli ordini sacri per sette giovani “E’come un fidanzamento ufficiale. Poiche’ non dobbiamo dimenticare che l’amore non si accontenta, non ama mezze misure, ma si espande e si illumina, Di qui il valore dei sette sì che pronuncerete”. Ricorda come “Troppo spesso oggi si sceglie di non impegnarsi, preferendo formule light, che consentano sempre una via di fuga anche in amore”. E partendo dalle parole di Gabriel Marcel invita alla speranza “Speriamo in te per noi” ripete poichè è “l’altro che ci invita a sperare e anche il rito di oggi è un atto di speranza, in un mondo in cui sembra cosi difficile sperare”. A ricevere gli ordini sacri Domenico Fabrizio, Antimo Femiano, Alessandro Mattetti, Francesco Pastina, Tony Limongiello, Robertino Tropeano, Maurizio De Marco in una cerimonia di forte solennità.