Nel decimo anniversario della sua scomparsa, celebrare la vita di Carlo Baldassarre, medico condotto di Montefalcione, diventa un’occasione per riflettere sul legame profondo tra la Fede cristiana e l’agire quotidiano. Il suo esempio rappresenta un invito rivolto ai giovani medici a unire a una solida formazione scientifica una formazione umana altrettanto profonda e autentica.
Carlo Baldassarre nacque il 10 novembre 1944 a Montefalcione, secondo di cinque figli del medico condotto Felice Baldassarre e di Donatelli Maria Rosaria, pronipote di Francesco De Sanctis. Trascorse l’infanzia e la giovinezza in un ambiente stimolante e colmo di valori. Compì gli studi ginnasiali a Castellammare di Stabia presso il collegio dei Padri Salesiani e quelli liceali a Benevento, nel Convitto “La Salle”, conseguendo la licenza liceale a soli 17 anni. Pochi mesi dopo intraprese gli studi universitari presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Napoli. La sua vita fu segnata precocemente da un dolore immenso: all’età di 22 anni, ancora studente, perse improvvisamente il padre. Assistendolo negli ultimi momenti, comprese la profonda importanza del calore umano e del conforto spirituale nel lenire la sofferenza. Fu in quel momento che maturò in lui la visione di un medico che non si limita a curare il corpo, ma si prende cura anche dell’anima, che sa offrire un sorriso, una parola di conforto, una speranza.
Affezionato allo studio e profondamente convinto dell’importanza dell’aggiornamento continuo per garantire un’assistenza medica di qualità, Carlo conseguì la specializzazione in cardiologia con il massimo dei voti. Tuttavia, scelse di non dedicarsi esclusivamente alla professione specialistica, rinunciando a guadagni e riconoscimenti per rimanere fedele alla missione di medico condotto. Utilizzò le competenze acquisite per servire meglio i suoi assistiti, animato dal desiderio di essere sempre vicino a chi aveva bisogno di lui, anche nei momenti più difficili.
Un medico per il corpo e per l’anima
Carlo Baldassarre fu un professionista esemplare, un uomo mosso da un profondo senso del dovere e da una sconfinata generosità. Con umiltà e dedizione, seppe donare sé stesso agli altri, alleviando il dolore dei suoi pazienti e accompagnandoli, se necessario, persino con la propria automobile in ospedale. Il suo sorriso, la sua parola di conforto e la sua vicinanza umana erano un balsamo per chiunque si trovasse in difficoltà. Anche di fronte alla propria malattia, un male incurabile che lo accompagnò fino alla morte, Carlo non smise mai di esercitare la sua professione: sulla sedia a rotelle, continuava ad accogliere i suoi pazienti nel suo studio con instancabile amore.
Si spense il 13 aprile 2015, dopo una lunga sofferenza affrontata con dignità, coraggio e fede. Nonostante il dolore profondo e le difficoltà, continuò ad essere un punto di riferimento per la sua famiglia e per l’intera comunità, assumendosi con grande responsabilità il peso delle situazioni più difficili.
Un’eredità di amore e dedizione
Cattolico praticante, Carlo Baldassarre visse la sua professione come una vera e propria missione: per lui, il lavoro del medico non era solo un gesto di cura, ma un incontro umano fatto di ascolto, vicinanza e condivisione. Non fu solo un medico, ma anche un padre, un fratello, un amico, un confidente. Seppe entrare nel cuore delle persone, leggendo nei loro occhi ciò che non potevano esprimere a parole.
Quando la guarigione non era possibile, Carlo si impegnava a lenire la sofferenza con un calore umano che andava oltre ogni competenza medica, dedicandosi ai suoi pazienti giorno e notte con una forza impagabile e un profondo bisogno di fare del bene.
Ancora oggi, i suoi assistiti continuano a deporre fiori sulla sua tomba, accompagnati da parole colme di affetto: “Dottore, ci manchi tanto. Sei immortale nelle nostre menti e nei nostri cuori. Il tuo carisma e la tua forza ti hanno reso unico, amato da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarti. Siamo fieri del tuo esempio di vita e del bene che hai seminato.”
Con profondo amore e infinito riconoscimento, I tuoi adorati figli Maria Assunta, Rossella e Felice.