“Mentre i nostri rappresentanti politici si occupano quasi esclusivamente delle varie campagne elettorali, la nostra Provincia continua a recedere sotto ogni punto di vista”.
E’ una Segretaria Generale della Fp Cgil arrabbiata quella che interviene sulla sicurezza sul lavoro.
“Sono mesi che i governi ci rappresentano la volontà di voler rafforzare le misure di controllo e verifica sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, sul lavoro nero, tutela delle lavoratrici madri, condizioni lavorative in genere e poi a quale decisione giungono? Lo Stato si ritira!”.
Gravissima è la scelta del Direttore Generale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro che con il Decreto Dirigenziale n. 49 del 27/07/2023, senza alcun finanziamento, anzi, con la solita “invarianza dei costi”, modifica la struttura organizzativa incrementando il numero dei dirigenti generali nelle sedi centrali e di contro accorpa diverse sedi sul territorio nazionale, tra cui la Sede di Avellino con quella di Benevento, previa approvazione da parte del Ministro del Lavoro, che fino a qualche mese fa era presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro.
“Un danno enorme dati i molteplici campi di intervento a cui è dedicato il personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro. Invece di incrementare il numero degli addetti per completare il fabbisogno locale, si accorpano le due amministrazioni sommando le criticità in cui versano gli uffici a causa dei mancati investimenti e facendo perdere qualsivoglia punto di riferimento ai cittadini residenti”
I due territori provinciali sono molto estesi e la viabilità è ai limiti della sopportazione umana, parliamo di quasi 5.000 km quadrati e di 198 comuni, tra cui molti montani e soltanto poche decine di unità di personale ispettivo che prestano servizio nelle due sedi.
“La Funzione Pubblica Cgil di Avellino, da anni porta avanti la battaglia contro la chiusura ed il depotenziamento degli uffici pubblici di prossimità nella nostra provincia, battaglia che non fermerà per il bene comune e per il rispetto della nostra Carta Costituzionale alla cui battaglia, ci auguriamo, si possa unire la classe dirigente politica almeno per evitare la realizzazione di quest’ultimo.