“Ho depositato oggi due interrogazioni parlamentari ai ministri Valditara e Crosetto. Al titolare della Difesa chiedo se ritenga l’attività politica del Capo di stato maggiore Vannacci compatibile con il suo ruolo, soprattutto ove questa venga sfruttata per raccogliere personalità politiche distintesi per propagandare narrazioni anti-ucraine e filoputiniane. Il prossimo 11 gennaio, infatti, è prevista vicino a Tregnago, vicino a Verona, l’ennesima presentazione del libro del generale Vannacci, alla quale, secondo organi di stampa, è stata annunciata la partecipazione di diversi politici e giornalisti noti per le posizioni fortemente putiniane. Il mese scorso invece, OpenHub Lazio, ente finanziato dalla Regione Lazio, avrebbe promosso un’iniziativa denominata ‘Un ponte per la pace’ tra il liceo Meucci di Aprilia e quello di Beregovoj di Lugansk (Donbass)“.
Così il senatore di Italia Viva Enrico Borghi. Al centro della polemica il nuovo ruolo assegnato al generale Vannacci, prima allontanato e poi reintegrato all’interno dell’esercito italiano, questa volta con un ruolo meno importante ma comunque degno di nota.
Secondo il parlamentare, ci sarebbe un conflitto tra la sua attività politica, molto critica nei confronti dell’Ucraina con posizioni flio-putiniane, e il ruolo nelle forze di difesa nazionali.
Ha poi continuato: “Queste nostre iniziative parlamentari vogliono attirare l’attenzione su un evidente attività di disinformazione ai fini delle tesi russe, che probabilmente conoscerà una recrudescenza in vista delle elezioni europee. Essendo l’Italia una repubblica libera e democratica, a differenza della Russia dove se organizzi un convegno non conforme alla linea politica del Cremlino ti puoi aspettare un trasferimento in una prigione in Siberia (ed è già la migliore delle ipotesi), il punto non è la censura, quanto la consapevolezza. E quando vengono tirati in ballo pubblici poteri o strutture dello stato essenziali -come la difesa e l’istruzione- non ci possono essere ambiguità di sorta“.