Più volte oggetto di contestazione e destinazione di molte proposte mai realizzate, la presenza degli architetti presso l’edificio rappresenterebbe un modo per occupare, conservare e far rivivere un importante spazio cittadino oggi disabitato e attanagliato dal degrado. Il luogo dove venga riconosciuto all’architettura il valore di pubblico interesse e motivo di crescita morale e sociale delle comunità. L’appello, dichiara il presidente dell’Ordine degli Architetti Erminio Petecca, lo facciamo al sindaco di Avellino Gianluca Festa affinché sappia cogliere l’opportunità data dalla recente legge regionale n.19/2019 sulla qualità dell’architettura, con l’occasione di poter utilizzare con premialità le risorse comunitarie destinate alla crescita sociale ed economica della nostra città.
L’istituzione di una Casa dell’Architettura e del Design o Urban Center nell’Ex Gil, oggi in disuso, può diventare il volano per far ripartire il mestiere dell’architettura e la filiera ad esso collegata. Della struttura di Del Debbio si potrebbe destinare anche solo una parte per ospitare gli architetti irpini condividendo gli spazi con la programmata casa del cinema.
Di recente un’operazione analoga è stata realizzata a Napoli dove, in attuazione della suddetta legge regionale per la promozione della qualità dell’architettura, si sta restaurando Palazzo Penne per destinarlo a Casa dell’Architettura. Gioiello rinascimentale realizzato nel 1406, tra i simboli del centro storico di Napoli, Palazzo Penne è stato scelto per rinascere come prima Casa dell’Architettura in Campania con il compito di promuovere l’architettura antica e contemporanea. Il luogo sarà dedicato, come prescritto dal ddl per la qualità dell’architettura, alla partecipazione informata e attiva dei cittadini e al dibattito pubblico e spazio di esposizione permanente dei processi e degli interventi in corso sia di carattere urbanistico che architettonico.
L’Ex Gil di Avellino si potrebbe prestare alla medesima operazione. L’opera, realizzata lo scorso secolo, è piena espressione dell’architettura fascista. Prima Casa del balilla, poi G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio), è stata realizzata su progetto del noto architetto Enrico Del Debbio, già autore del Foro Italico di Roma. Il palazzo, dopo essere stato abbandonato nel dopoguerra, fu riconvertito in sala cinematografica (non a caso è noto ai più come Cinema Eliseo); sopravvissuto al terremoto del 1980, è stato sottoposto ad un meticoloso restauro conservativo negli anni duemila durante la giunta Di Nunno, nel prossimo futuro si auspica che possa avere una nuova vita.