Durante le due ultime settimane scorse sono avvenuti due fatti notevoli che dimostrano di nuovo la ormai cronica vulnerabilità dei partiti italiani e la loro spasmodica attesa di rivincita. Il primo fatto, passato come riscontro ad una delle solite sceneggiate di Matteo Salvini- la non partecipazione dei ministri del Carroccio alla riunione del consiglio dei ministri-ha suscitato la lapidea e significativa affermazione di Mario Draghi “il governo non segue il calendario elettorale”. Affermazione apparentemente non polemica, come sempre nello stile del premier, ma pesante come un macigno per i già abbastanza vulnerabili partiti italiani. Vulnerabilità dovuta non solo ai tanti squilibri interni ai partiti stessi, ma alla totale mancanza di reattività positiva verso cause o avvenimenti politici esterni . Patologia deleteria questa tanto da non recuperare niente del la sempre più scarsa considerazione dei cittadini-elettori. La malferma situazione del sistema partitico italiano costituisce un motivo di preoccupata osservazione all’interno di una pubblica opinione che ha scelto l’abbandono delle urne, convinta che ormai il rinnovamento della partitocrazia italiana sia impossibile. Nei commenti quotidiani, attraverso i tanti canali di comunicazione, quasi all’unisono, sono concordi nel sottolineare come l’attuale presidente del consiglio Mario Draghi- sostenuto con ampio favore popolare- abbia di fatto imbrigliato quasi tutti i partiti. Difatti il vecchio monopolio dei partiti stessi in ordine alle decisioni programmatiche e di ordinario governo delle esigenze collettive è , di fatto, imbrigliato dall’autorevolezza decisionale ed equilibrata di Mario Draghi che agisce con una straordinaria capacità di ascolto diplomatico , senza arretrare di un millimetro rispetto ai suoi convincimenti decisionali. Ma una doverosa avvertenza va delineata: l’attuale ”imbrigliatura” dei partiti non alimenti l’erroneo convincimento che, una volta allentate o sciolte le briglie i comportamenti dei partiti si convertano ad operare per il bene del Paese. E’ proba ile l’ipotesi contraria, cioè il tentativo di realizzare la spasmodica rivincita. Da questo quadro complessivo abbastanza preoccupante della situazione italiana non sono del tutte azzardate le connessioni eversive con la guerriglia urbana di Roma e Milano che, dopo una immediata fotografia, appaiono davvero gravissime , nonostante le ipocrite condanne degli esponenti della destra italiana –di governo e dell’opposizione-La tolleranza democratica delle varie opinioni non può essere terreno di coltura di disegni eversivi contro i presidi democratici e la strutture pubbliche- come quelle ospedaliere- che sono al servizio della comunità democratica. E’ il momento, dunque, che l’attuale vulnerabilità dei partiti , dopo l’appuntamento della elezione del nuovo Presidente della Repubblica, non induca gli stessi partiti a replicare gli errori già compiuti, ma attraverso un intelligente ed urgente scomposizione-ricomposizione si formino nuove “offerte” e nuove credibili “presenze” di partiti e movimenti. Se questa è la eventualità più probabile la principale “sorpresa” potrà essere solamente provocata, al momento giusto, da un elettorato che lo stato eccezionale di questi mesi sta “educando” o forse già abituando ai vantaggi della cosiddetta “governabilità’”, tanto necessaria in momenti di grande attesa di rinascita civile, sociale ed economica.
diGerardo Salvatore