E’ ancora una volta una città smarrita ad abbracciare l’Addolorata, nella consueta processione del Venerdì Santo. Una città che appare sempre più disorientata dal gioco delle parti tra il sindaco Nargi e l’ex primo cittadino Gianluca Festa. Il vescovo Aiello ricorda nella sua omelia il complesso clima internazionale, le guerre che imperversano in ogni angolo della terra, anche nei luoghi calpestati da Gesù “Oggi ci chiediamo dove è l’uomo in un tempo in cui le guerre non conoscono stanchezza e anche in città si fa fatica a guardare al bene comune, mettendo al primo posto l’orgoglio personale. Chiediamo che il Cristo ci aiuti a ritrovare l’umanità in una società sempre più disumanizzata, a rendere più umano il mondo, i giovani, le istituzioni”. E richiama il sogno di città giardino “di un sindaco profeta. Un sogno che speriamo di poter riprendere”. A seguire la cerimonia ci sono proprio il sindaco Nargi, con lei l’assessore Alberto Bilotta e il consigliere Geppino Giacobbe e poco più dietro Gianluca Festa, accompagnato dal consigliere Vincenzo Picariello, che non ha mai nascosto il legame forte con questi riti, simbolo dell’identità di una comunità. Una distanza che restituisce l’idea delle tensioni esistenti tra i due.
A garantire che tutto si svolga nel rispetto delle misure di sicurezza la Misericordia, la Polizia Municipale e i Vigili del fuoco. E sono davvero tantissimi, giovani e meno giovani, famiglie e coppie, con tanto di pettorina e ceri, al seguito del Cristo morto e dell’Addolorata, malgrado la sera rigida, in un rito collettivo, del quale tutti hanno voglia di sentirsi parte. Ad animare le stazioni le associazioni cattoliche cittadine, dalla Gioventù francescana alla Misericordia, dal Movimento Bene Comune ai Focolari, dall’Azione Cattolica all’associazione mariana.
Il percorso parte dalla cattedrale per proseguire lungo via Duomo, via Del Gaizo, via Amabile, via Circumvallazione, via Guarini, via Testa, via Esposito, piazza Aldo Moro, via Colombo, via de Conciliis, Corso V. Emanuele, piazza Libertà, via Nappi, piazza Amendola per poi rientrare in cattedrale. Non c’è piazza, non c’è strada, in cui i fedeli non si inginocchino di fronte alla statua dell’Addolorata.
Da sottolineare, anche quest’anno, la scelta di portare a spalla le statue, nel segno di quella che era l’antica usanza. Domani sera, intanto, si rinnoverà, alle 22, la tradizionale veglia pasquale, presieduta dal vescovo Arturo Aiello. Le messe di Pasqua si terranno in cattedrale alle 8.30, 11 e 18.30