E’ giusto subire in silenzio gli effetti negativi delle nuove tecnologie, in nome del progresso e dell’energia verde? E’ in fondo questa la domanda che si pone uno che vive a ridosso di un parco eolico. Siamo a Lacedonia, uno dei territori invasi dalle torri eoliche, come accade per molti altri comuni dell’Alta Irpinia.
«Ormai questa è diventata terra di conquista – ci dice dalla sua casa Franco Palladino mentre il rumore delle pale che girano e catturano il vento fa da sottofondo. Ascolti, qui siamo a 400 metri da quella pala, la più vicina. Bene, i gestori dicono che è tutto in regola, che la distanza è rispettata, che gli espropri sono in regola, e quindi, mi chiedo, noi dobbiamo vivere tutti i momenti della giornata e tutta la vita con questo fastidioso rumore? Senza considerare le luci a intermittenza ben visibili di notte. La nostra vita è condizionata da queste pale, posizionate a ridosso delle nostre case, dove vivono i nostri animali. E’ una situazione non più sopportabile».
Franco Palladino, che nella vita ha condotto tante battaglie, ora è pronto a sollevare anche questa questione: «Oltre al danno provocato dal fastidio incredibile che non ci fa vivere tranquilli, si aggiunge anche la beffa, perché ci avevano parlato di un ristoro che, puntualmente, non è arrivato. Neanche questo è stato possibile, fino ad ora. E nessuno che ti dà una indicazione, una soluzione: il Comune non può fare niente, la Regione è quella che autorizza, i gestori eseguono, i proprietari dei terreni acconsentono all’esproprio perché ricevono i loro corrispettivi, e noi da quattro anni siamo qui a subire rumori e luci, mentre continuano a sorgere altre torri. Notte e giorno, ininterrottamente: mi affaccio, e al posto del bel panorama che c’è sempre stato, vedo le torri. Chiudo le imposte, e sento quel rumore continuo. Sfido chiunque a vivere in queste condizioni.».