Di Mario e Alessandro Ciarimboli
Il cosiddetto “alluce valgo” è la situazione anatomica caratterizzata dalla deviazione dell’alluce (il “ditone” del piede) verso l’esterno, cioè verso le altre dita. Questo spostamento si verifica a carico della base dell’alluce stesso dove può sovrapporsi una tumefazione o borsite, volgarmente conosciuta come “cipolla”, con pelle lucida e rossa. Nei casi più accentuati l’alluce può finanche accavallarsi sul secondo dito. L’alluce valgo può essere causato da vari fattori come il sovrappeso corporeo, l’uso di calzature con punta stretta e tacco alto, traumi con lussazione o sublussazione della articolazione metatarso falangea, alterazione posturale con sovraccarico sulla punta del piede. Incide molto il sesso giacché è decisamente più frequente nel sesso femminile ma soprattutto una predisposizione ereditaria. È infatti molto più frequente in alcuni gruppi familiari rispetto ad altri. La sintomatologia è caratterizzata dall’aspetto estetico del piede con la deviazione dell’alluce che, come detto, può sovrapporsi al secondo dito e presentare il caratteristico rigonfiamento alla sua base. Oltre l’aspetto morfologico possono essere presenti sintomi soggettivi come il dolore che può essere continuo o intermittente se causato dal cammino e dalla stazione eretta. Talora si verifica, con conseguente limitazione della speditezza del cammino, una ridotta possibilità di muovere l’alluce stesso. In molti casi e con il progredire degli anni l’alluce valgo può causare difficoltà al movimento con disabilità vera e propria. È pertanto indispensabile attuare strategie di prevenzione come l’uso di scarpe comode, evitando il più possibile la calzatura a punta stretta e tacco alto. Ma se la patologia si è già instaurata che cosa va fatto? La diagnosi è piuttosto semplice: la posizione del primo dito del piede è facilmente riconoscibile. Il medico deve porre attenzione soprattutto alla capacità di movimento del dito e alla intensità del dolore causato dal movimento stesso. La radiografia è utile per valutare la gravità e la causa del disturbo (lussazione, artrosi ecc,). La gravità del danno determina la scelta del trattamento terapeutico. Se è conservata l’autonomia nella deambulazione possono attuarsi trattamenti di tipo “conservativo”: scarpe
ampie e comode, un bendaggio o taping che consenta al primo dito di mantenere un bendaggio o taping che consenta al primo dito di mantenere una posizione ottimale, l’uso di un cuscinetto “divaricatore” che separa le prime due dita e di un plantare “dinamico” da confezionare su misura e, che permetta la deambulazione distribuendo in maniera uniforme sulla pianta del piede il peso del corpo. Ciò consente di prevenire o curare anche altri disturbi che possono associarsi all’alluce valgo come fascite e metatarsalgia. Per lenire il dolore, dopo essere stati a lungo in piedi o dopo un lungo cammino, può essere utile l’applicazione di ghiaccio (non oltre i venti minuti) e pomate antiinfiammatorie. Curative a scopo antalgico ed antinfiammatorio possono essere le infiltrazioni con cortisonici e alcune terapie fisiche (Laser ad alta intensità, Onde d’urto, Tecarterapia). Come ultima spiaggia resta la terapia chirurgica. Questa può essere condotta con una apertura chirurgica della cute e sottocute (a “cielo aperto”) con resezione di una parte dell’osso e correzione della forma e della posizione dell’alluce. Oggi viene praticata anche una chirurgia definita “mini invasiva” ma che è pur sempre invasiva e condotta attraverso piccoli fori nella cute attraverso i quali si introduce adeguata strumentazione guidata da immagini radioscopiche. Questo consente minori traumatismi e tempi di recupero ridotti cui può far seguito una fase di riabilitazione con rieducazione motoria degli arti inferiori e rieducazione al cammino.