Rosa Bianco
Nella serata del 14 febbraio 2025, la Sala delle Arti di Manocalzati si è trasformata in un luogo fuori dal tempo, dove l’amore ha trovato espressione non attraverso le parole, ma attraverso il linguaggio più universale e insondabile: la musica. La rassegna “Innamorati della Musica”, curata con sapienza dal Maestro Nadia Testa per l’Associazione Musicale Igor Stravinsky, ha offerto al pubblico un’esperienza che ha trascinato oltre i confini della realtà, in una dimensione in cui suono e sentimento si fondono in un’unica, irripetibile essenza.
Il concerto, emblematicamente intitolato “L’Amour…”, non è stato solo un’esecuzione di brani, ma un viaggio romantico nell’amore in tutte le sue sfumature: passione, desiderio, malinconia, speranza. Il soprano Marilena Gaudio, il clarinettista Giacomo Piepoli e il pianista Flavio Peconio hanno dato vita a una narrazione musicale, in cui ogni nota diventava un frammento dell’anima, un’eco dell’infinito.
La musica come specchio dell’anima
Si potrebbe dire che la serata sia stata una riflessione sonora sul mistero dell’amore, un’epifania dell’inesprimibile. Schubert, con il suo “Der Hirt auf dem Felsen”, ha aperto il sipario su un dialogo tra il finito e l’infinito, tra la voce che canta la nostalgia e il clarinetto che le risponde come un soffio del destino. Fauré, con la sua delicata “Chanson d’amour”, ha dipinto l’amore nella sua veste più eterea, mentre la “Fantasia da concerto” di Verdi ha sublimato la passione in pura tensione melodica.
Rossini, con la sua “Tarantella napoletana”, ha ricordato che l’amore è anche gioco, vitalità, danza incessante della vita, mentre Kreutzer, con “Das Muhirad”, ha riportato il sentimento nella sua dimensione ciclica e ineluttabile. Gershwin, con “Summertime”, ha sussurrato all’anima l’illusione di un tempo sospeso, di un sogno mai del tutto afferrabile.
E poi Tosti, con “Amour! Amour!” e “A Vucchella”, e Lama, con “Reginella”, hanno chiuso il cerchio, riportando l’amore alla sua essenza più umana, terrena, fragile e sublime al tempo stesso.
L’amore è un suono che non si spegne
A rendere ancora più intensa la serata, la ritualità della cioccolata calda e delle goloserie: un ritorno al piacere sensoriale, quasi un monito a non dimenticare che l’amore, come la musica, è qualcosa che si assapora, si sente, si vive. La Lotteria “Innamorati della Musica” ha aggiunto un tocco di leggerezza, quasi a ricordarci che, in fondo, l’amore è anche gioco del caso, incontro inatteso, destino che si intreccia.
Così, in questa serata in cui il suono si è fatto pensiero, in cui la musica ha interrogato l’essenza stessa dell’amore, riecheggia la frase senza tempo di Ludwig van Beethoven, il compositore che più di ogni altro ha saputo trasformare l’amore in armonia:
“Amare un’altra persona è vedere il volto di Dio.”
Rosa Bianco