Un convegno per ricordare, a ottant’anni dalla liberazione, la resistenza al nazismo del popolo Rom e Sinti. L’appuntamento, promosso dall’Anpi provinciale, si terrà il 15 maggio, alle 17, al Circolo della Stampa. Interverranno Santino Spinelli sulla rivolta dei rom e Sinti ad Asuschwitz, Enrico Mascilli Migliorini su Cittadinanza Attiva e rappresentanza politica: il caso del progetto Ace, il professore Sandro Turcio sulla condizione dei rom e sinti in Italia, Introduce Mimmo Limongiello, vicepresidente Anpi Avellino. A partecipare all’incontro Gualtiero Lamagna e Caterina D’Amore che eseguiranno al Bouzuouki e al flauto Gelem Gelem, inno nazionale del popolo rom.
I Rom furono una delle etnie che il regime nazista e gli alleati dell’Asse presero di mira e poi perseguitarono a causa di presunte differenze razziali. Facendo leva sull’approvazione di molti Tedeschi, che pur non essendo nazisti avevano però pregiudizi sociali contro i Rom, il Regime dichiarò quest’ultimi “una razza inferiore”. Il destino dei Rom fu molto simile, in alcuni aspetti, a quello degli Ebrei. Durante il Regime Nazista, le autorità tedesche sottoposero i Rom all’internamento, al lavoro forzato, e, infine, allo sterminio. Le autorità tedesche, inoltre, assassinarono decine di migliaia di Rom nei territori che l’esercito aveva occupato in Unione Sovietica e in Serbia, insieme ad altre migliaia nei centri di sterminio di Auschwitz-Birkenau, Chelmo, Belzec, Sobibor, e Treblinka. Le SS e le forze di polizia deportarono i Rom nei campi di concentramento di Bergen-Belsen, Sachsenhausen, Buchenwald, Dachau, Mauthausen, e Ravensbrück. Infine, sia nella cosiddetta Grande Germania che nel Governatorato Generale [cioè quella parte di Polonia occupata dai Tedeschi ma non ufficialmente annessa alla Germania] le autorità civili tedesche rinchiusero molti Zingari nei campi che erano stati creati per il lavoro forzato.