È alla seleconda edizione Le stagioni e l’amore, il libro di poesie di Nicola Branchi, una raccolta nata da testi che hanno partecipato a numerosi concorsi poetici, ottenendo anche importanti riconoscimenti. Proprio questi premi hanno spinto l’autore a riunire le liriche in un unico volume.
Il libro si muove tra ricordi personali, momenti dolorosi e grandi temi universali. «Molte poesie – racconta Branchi – nascono da esperienze della mia vita, alcune anche difficili. Ma ci sono anche poesie d’amore e testi che affrontano temi di attualità, come la violenza sulle donne». Tra le liriche più forti c’è anche un componimento dedicato alla cosiddetta morte bianca, ispirato a un tragico incidente sul lavoro.
Il titolo Le stagioni e l’amore racchiude il senso profondo dell’opera: le stagioni non sono solo quelle della natura, ma anche quelle della vita. «Sono poesie scritte in periodi diversi della mia esistenza – spiega l’autore – e parlano del mare, dei tramonti, dell’amore. L’amore è sicuramente il filo conduttore principale».
Un amore che diventa anche resistenza e sofferenza, come quello vissuto accanto alla moglie durante la sua lotta contro il cancro al seno. «C’è una poesia che parla delle cicatrici lasciate dalla malattia – racconta Branchi – cicatrici non solo sul corpo, ma anche nell’umore e nell’anima».
La poesia ha avuto per l’autore anche una funzione salvifica durante il periodo del Covid, segnato da ansia e attacchi di panico. «Scrivere mi ha aiutato tantissimo. È stato un modo per allontanarmi dai pensieri e comunicare agli altri ciò che stavo vivendo». Non a caso, l’ultimo testo del libro si intitola Mi ero perso, un racconto poetico di smarrimento e rinascita, possibile grazie al sostegno della famiglia e dei professionisti.
Il libro è disponibile nelle librerie fisiche e online, su piattaforme come Amazon, Feltrinelli, Mondadori, IBS e altre.
Tra le poesie più significative del volume, l’autore ne cita due. Il silenzio, nata osservando la moglie addormentata dopo l’operazione, senza volerla svegliare, e Il mio eroe, dedicata al padre e al modo in cui l’autore lo ha visto affrontare gli ultimi anni della vita. Non a caso, il libro è dedicato proprio al padre di Nicola Branchi , che per oltre quarant’anni ha lavorato presso la Biblioteca Provinciale di Avellino, aiutando studenti e studiosi nel loro percorso di formazione.
Un’opera intensa, in cui la poesia diventa testimonianza, amore e memoria.



