Da 13 anni gestisce il bistrot Hirpinian Cluster al centro storico di Avellino. Laureato in Economia Aziendale, due master, uno in marketing strategico e uno in commercio estero, ha concluso gli studi con una full immersion a Bruxelles alla Camera di Commercio italo-belga, specializzandosi in progettazione europea.
Piero Lo Vuolo ha una passione per il vino, per le eccellenze del terrotorio e per la musica. Ora ha deciso ora di mettersi in politica. Del resto, è figlio d’arte: il papà Fiorentino è stato uno dei più illustri rappresentanti della Dc irpina. Piero si candida per passione, per fare qualcosa di buono per la sua città, dove ha scelto di vivere e investire. Si schiera da capolista con l’amico di sempre, Gennaro Romei, candidato sindaco con l’Udc.
“Ho voluto affrontare questa campagna elettorale esponendo le mie idee a modo mio, ovvero non scendendo per strada a distribuire i santini e facendo finta di interessarmi ai problemi dei cittadini ed alla città. Questo si sa, lo fanno tutti”, spiega Lo Vuolo.
“Ho preferito – racconta – concretamente esporre in piccole pillole quelle che sono le mie idee su come poter affrontare il cambiamento del commercio di questa città”. E allora, ecco le “pillole di Piero” per il commercio una lista di piccole cose da fare, che sembrano semplici quanto efficaci. “Ma chi te lo fa fare?”, comincia così Piero intendo che portare avanti una attività commerciale oggi ad Avellino è un grosso sacrificio. Che cosa servirebbe? Autonomia decisionale e meno costi per i commercianti. Ancora: una città intelligente, sostenibile ovvero smart city, come si chiama oggi. Piero continua, sottolineando di legare insieme contenitori e contenuti; valorizzare il centro del centro storico. Per capire come basterebbe un’analisi Swot per una pianificazione strategica. Necessaria poi una sinergia amministrazione-commerciante; e una istituzione di una associazione dei commercianti interna al Comune di Avellino. Infine, calmierare i prezzi di locazione.