E l’associazione cinematografica zia Lidia, Guidata da Michela Mancusi, a ricordare con emozione il regista Paola Taviani, premiato nell’ ambito del Laceno d’oro nel 2009, insieme al fratello Vittorio. I Taviani avevano già vinto il Laceno d’Oro nel 1967 con “I Sovversivi” con i quali trionfarono anche a Venezia. Ieri la scomparso del regista italiano, premiato con numerosi riconoscimenti. “Stava iniziando a girare il suo nuovo film “Il canto delle meduse” dedicato al lockdown del 2020 appena annunciato alla Berlinale – scrive Michela Mancusi – Paolo Taviani è morto ieri dopo una breve malattia e cinque anni dopo il fratello Lorenzo. I fratelli Taviani, una firma essenziale del cinema italiano, che hanno raccontato l’Italia, la politica e la società con film indelebili. Dedicarono a Zia Lidia il “Premio Camillo Marino” e lo ZiaLidiaSocialClub gli dedicò la proiezione del film “Cesare deve morire”, Orso d’oro a Berlino 2012, presso il Carcere di Bellizzi, in un incontro dedicato ai detenuti”
Mancusi ricorda il costante riferimento a “film e tanta letteratura da stravolgere per raccontare il momento storico. Che fosse Boccaccio, Gavino Ledda, Goethe, Tolstoj. Persino Shakespeare, con cui i Taviani vinsero a Berlino nel 2012 grazie a Cesare deve morire e Beppe Fenoglio di Una questione privata. Parlare di un Taviani è parlare di entrambi, accadde quando se ne andò Vittorio e ora accade con Paolo. L’ultimo film del 2022 di Paolo Taviani è stato Leonora Addio, sempre premiato a Berlino e ancora da Pirandello, come fu per Kaos nel 1984. Un doppio sguardo di cinema, politico e letterario che già manca sull’Italia di oggi. Teniamoci stretti tutti i loro film, ancora attualissimi”
In occasione della premiazione al Partenio i fratelli Taviani avevano ribadito il legame forte con Camillo Marino e l’importanza di trovare un così forte interesse per il cinema anche in una città di provincia “Marino è stato sempre un sostenitore del neorealismo, e ci chiediamo cosa direbbe ora della produzione di film nel nostro paese. Nonostante un momento di difficoltà, sta mettendo nuove foglie e sta offrendo nuovi frutti. Gomorra è uno di questi. Il cinema continua a dimostrare di voler scavare nella realtà, andare alla ricerca della verità senza perdere la volontà di indignarsi di fronte alla realtà. Fortunatamente tanti giovani autori nostrani stanno continuando su questa strada”.