Subito dopo la pubblicazione dei “Materiali per il dibattito pubblico” delle “Nuove Indicazioni nazionali” (11 marzo 2025), un gruppo di professioniste e professionisti della Scuola, organizzatisi autonomamente, ha intrapreso una lettura attenta, accorta, documentata, di queste fitte pagine, che si propongono di “regolare” per il prossimo decennio almeno il nostro Sistema educativo di istruzione e formazione.
L’analisi individuale e collettiva, che ha visto un dibattito attento e accurato, ha evidenziato una serie di “ombre”, accanto ad alcune “luci”, che gli autori affidano e indirizzano al Ministero dell’Istruzione e del Merito, alla Commissione tecnica per la definizione delle Linee di indirizzo dei nuovi curricoli per le scuole dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione, alle Comunità educanti italiane, alle famiglie e all’opinione pubblica nazionale.
Da questa discussione è nato un libro, che è stato condiviso innanzitutto, nello spirito e nelle intenzioni, con il Segretario della FLC-CGIL di Foggia, Giuseppe Ciuffreda, nonché con la Coordinatrice nazionale del comparto dirigenti scolastici della FLC CGIL, Roberta Fanfarillo.
Il libro è in sintonia con molti interventi, facilmente reperibili sulla Rete, di numerose sigle sindacali, associazioni di docenti e di dirigenti altamente rappresentative, di singoli docenti della scuola e dell’Università, di pedagogisti e intellettuali, di accademie e di centri di studio e di ricerca, che hanno variamente espresso le proprie perplessità.
Il libro, dal titolo “La Scuola non si fermi all’Occidente. Luci e ombre dei ‘Materiali’ delle ‘Nuove Indicazioni nazionali 2025’”, a cura di Patrizia Granato, Rosa Anna Palumbo, Paolo Saggese, prefazioni di Giuseppe Ciuffreda e Roberta Fanfarillo, Edizioni Conoscenza, Roma, 2025, è stato scritto con la collaborazione di 45 docenti, che hanno analizzato “dal basso” il documento. Il libro sarà presentato a Montella il 31 maggio, ore 10.30, nel cartellone del “Maggio dei libri”. Interverranno Anna Dello Buono, Antonella Zabaione, Patrizia Granato, Maria Grazia Bonavita, Rosa Anna Palumbo, Paolo Saggese”
Nel volume si contesta, come sottolineano i curatpri Paolo Saggese, Patrizia Granato e Rosa Anna Palumbo “l’insistenza sull’Occidente, su una celebrazione della cultura occidentale, che non sempre risponde a verità storica, che potrebbe non favorire la nascita di una società aperta ad altre culture e potrebbe esasperare i conflitti non solo interni al nostro Paese, ma tra i popoli, in un contesto storico preoccupante di “scontro di civiltà” (Huntington). Riteniamo giustificata, ma eccessiva l’attenzione sulla costruzione identitaria, che forse avrebbe dovuto conciliare meglio identità e incontro con i nuovi futuri cittadini italiani, le cui famiglie o essi stessi provengono da luoghi remoti e così lontani dalle nostre regole di vita, dai nostri mores maiorum. Abbiamo anche rilevato che, relativamente ad alcune “discipline”, le “Indicazioni nazionali” sembrano prescrittive e prefigurano un ritorno ai “Programmi”, che contraddicono l’autonomia scolastica (a partire dal DPR 275/99), che ha tra l’altro prerogativa costituzionale (art. 117), e la libertà d’insegnamento dei docenti. Altre volte, pur apprezzando l’insistenza sul “multum” e non sui “multa”, notiamo che tale dichiarazione di principio sia contraddetta dalle stesse sezioni delle “Discipline””
Di qui la necessità di “ritornare al magistero di Mario Lodi, secondo il quale gli insegnanti, consapevoli del proprio alto compito educativo, devono assumere un ruolo propulsivo nel corpo della nostra società, non devono essere semplicemente educatori dei propri alunni, ma devono contribuire a ricostruire moralmente la società, recuperando i valori abbandonati, educare i giovani ai valori democratici e della convivenza civile, alla cooperazione, alla collaborazione, alla solidarietà, alla non-violenza . Questa è la Scuola che vogliamo. Ascoltare gli insegnanti e i professori, le loro “voci”, è il primo dovere di chi ha il compito di “governare” la Scuola”