Non posso non ringraziare sia il Sottosegretario che il Ministro Costa per la risposta ricevuta a seguito dell’interpellanza urgente n. 2-00546 presentata da me ed altri, relativamente al problema dell’inquinamento derivato dalle emissioni di gas fluorurato SF6 dalle turbine degli impianti per la produzione di energia eolica.
Risposta che valida tesi ed interrogativi esposti nell’interpellanza, confermando che quello dei gas fluorurati, in particolare l’SF6, è un problema serio per l’ambiente e, indirettamente, per la nostra salute. Un problema tanto grave da indurre il Parlamento Europeo ed il Consiglio a modificare il precedente regolamento in materia di gas serra, introducendo modifiche di vasta portata con l’obiettivo di ridurre le emissioni totali di gas serra in percentuale variabile tra l’80% ed il 95%.
L’SF6 non è un gas naturale, ma un gas di sintesi che non si distrugge o degrada, capace di permanere in atmosfera per circa seimila anni: una volta sprigionatosi e diffuso in atmosfera, continua ad accumularsi contribuendo al cosiddetto effetto serra, una delle maggiori cause alla base del riscaldamento climatico di matrice umana. E’ chiaro che persistere nell’impiego di questo gas non potrà che far peggiorare le condizioni ambientali e la salute umana, rendendo l’energia pulita del settore eolico molto meno pulita di quanto possa essere potenzialmente.
Il Sottosegretario ha confermato che tale sostanza viene impiegata nelle operazioni di assemblaggio o manutenzione di impianti elettrici e, in particolare, per l’isolamento delle turbine delle pale eoliche.
Condividendo le preoccupazioni in merito da parte del gruppo Movimento 5 Stelle alla Camera, ho deciso di interpellare il Governo su tale problematica, ma certo non al fine di dichiarare guerra alle energie rinnovabili, ma bensì con lo scopo di affrontare in modo sereno, serio ed esaustivo due problematiche: quella dei cambiamenti climatici, di strettissima attualità, e quella di uno sfruttamento migliore e sempre più evoluto delle energie rinnovabili.
Sono personalmente favorevole, e lo è anche tutto il Movimento 5 Stelle, all’eolico, al fotovoltaico, nonché a tutte le energie rinnovabili che consentano di limitare l’utilizzo del petrolio e del carbone, o di non ricorrervi. Fonti di energia fossile che hanno attirato l’appetito di governi e multinazionali sui paesi produttori, determinando spesso eventi bellici, tentativi di regime change e depauperamento dei popoli. Mi associo agli appelli di Greta Thunberg e di tutti i giovani che, ogni venerdì, scendono in piazza a manifestare, per ricordare alla politica che bisogna avere coraggio ed intervenire radicalmente favorendo la transizione energetica e la riduzione di tutte le sostanze, ma anche di tutti quei comportamenti umani, che alterano il clima ed il nostro habitat. Eppure, non possiamo affrontare tale questione in maniera emergenziale e sensazionalistica; al contrario, dobbiamo iniziare a riflettere ed elaborare soluzioni riguardanti la nostra economia ed il nostro modo di vivere.
Sono inoltre consapevole, personalmente, vivendo in un’area geografica compresa tra province di Avellino, Benevento e Foggia, una bellissima terra al confine tra la Campania e la Puglia, che l’eolico incontrollato può diventare un serio problema non soltanto per il clima, ma anche, nel piccolo, per le comunità locali. Inoltre, l’eolico, soprattutto nel Meridione, è divenuto una delle principali fonti di energia pulita, ma, troppo spesso, i Comuni che ospitano i parchi eolici non riescono a beneficiarne in termini di ritorno economico e di energia. Non a caso, al fine di imprimere una svolta, giorni fa presentammo un emendamento al disegno di legge “Clima” n. 1547, nel quale prevedevamo benefici per i Comuni che ospitano parchi eolici in termini di contributi economici e di energia prodotta, oltre l’istituzione di un Fondo Nazionale per il Reddito Energetico, finanziato con una quota dei predetti contributi.
Si consideri che molti Comuni meridionali ospitano parchi eolici che hanno vulnerato paesaggi e agricoltura, con pale di notevole altezza installate il più delle volte in maniera intensiva e senza adeguati controlli da parte delle amministrazioni locali, più delle volte interessate soltanto a favorire singole imprese o privati.
A titolo esemplificativo di come una cattiva gestione dell’eolico possa recare danni ai territori, voglio rendere esempio dello scempio paesaggistico ed ambientale perpetrato ai danni una delle più belle oasi WWF in Italia meridionale, quella di Conza della Campania, letteralmente assediata da parchi eolici fatti insediare in maniera selvaggia ed in spregio di territori e di popolazioni.
Ricordo, ancora, come fu un’alta concentrazione di pale eoliche su un’altura a favorire lo smottamento che diede origine, anni fa, alla frana di Montaguto. Evento che divenne di rilievo nazionale, in quanto determinò il blocco di una strada statale e del vicino tratto ferroviario. Senza considerare, in aggiunta, le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto società di gestione dell’eolico nella zona dell’Alta Irpinia.
Tutto ciò, sintomo di una attuale, macroscopica, mancanza di una legiferazione organica ed esaustiva in materia di eolico.
Il “Green New Deal” annunciato da questo Governo ha tutto il nostro sostegno, e, proprio in tale prospettiva programmatica, riteniamo che l’energia eolica possa divenire un vero e proprio motore di sviluppo soltanto se a beneficiarne sono i Comuni e le comunità locali, anche nel solco di quel principio della funzione sociale dell’iniziativa economica e della proprietà, espressi nella nostra Costituzione agli artt. 41 e 42.