Di Greta Camarca (studentessa della IIIB del Liceo Scientifico – Istituto Omnicomprensivo “Manzi-Maffucci” di Calitri. Coordinatore dell’attività: Prof.re Vincenzo Fiore).
«La vita non è facile per nessuno. Ma che importa? Dobbiamo avere perseveranza e fiducia in noi stesse. Dobbiamo credere di essere dotate per qualcosa e questo qualcosa dobbiamo scovarlo»
Marie Curie è una delle figure più influenti nella storia della scienza e un esempio per la lotta alla rivendicazione dei diritti delle donne. Maria Skłodowska Curie nasce in Polonia nel 1867, e diventa non solo la prima donna a vincere un premio Nobel, ma anche l’unica ad averne vinti due in differenti discipline scientifiche: la fisica (1903) e la chimica (1911). Il suo percorso, però, non è stato facile, soprattutto a causa delle difficoltà che le donne affrontavano in un contesto sociale e accademico dominato dagli uomini. A quel tempo, l’accesso delle donne all’educazione superiore era limitato, e molte università non permettevano loro di iscriversi ai corsi. In Polonia, le donne erano infatti escluse dal sistema educativo universitario ufficiale, tuttavia Marie Curie, determinata a seguire la sua passione per la scienza, si trasferì a Parigi per studiare alla Sorbona, dove dovette affrontare emarginazione e difficoltà economiche. Curie ha dovuto lavorare duramente per guadagnarsi il rispetto della comunità scientifica, composta principalmente da uomini. Nonostante i pregiudizi e la discriminazione di genere, la sua determinazione e il suo talento le permisero di realizzare scoperte di elementi fondamentali, come il radio e il polonio, che rivoluzionarono il mondo della chimica, della fisica e della medicina.
L’impegno di Curie per le donne si è concretizzato non solo nel suo lavoro, ma anche nella sua vita privata. È stata un esempio di donna indipendente, che ha saputo conciliare la carriera scientifica con la maternità, rifiutando il ruolo tradizionale che la società del suo tempo imponeva alle donne. Pur essendo una scienziata di fama mondiale, Curie ha dovuto affrontare critiche pesanti per le sue vicende personali, in particolare a causa della sua relazione con il collega Paul Langevin, ma ha continuato a lottare per il suo posto nel mondo della scienza. Marie Curie ha quindi avuto un impatto significativo sul movimento per i diritti delle donne, dimostrando che queste ultime erano capaci di eccellere nel campo del sapere e della ricerca. Credo che sia ancora fonte di ispirazione per tutte quelle donne che a causa dei pregiudizi che persistono tuttora, non sono motivate al massimo e non credono nelle loro potenzialità; Marie Curie potrebbe rappresentare un esempio-guida che aiuti a sfidare le convenzioni sociali e a perseguire le proprie ambizioni, indipendentemente dalle difficoltà.

Per me, è una di quelle grandi donne che ha avuto il coraggio non solo di contribuire in modo straordinario alla scienza, ma anche di infrangere le barriere di genere, dimostrando che la passione e la dedizione non hanno sesso. La sua vita è un potente messaggio di empowerment per tutti, un modello di come la determinazione e la perseveranza possano vincere anche le sfide più difficili. Di riflesso, il percorso di Marie Curie ci fa pensare, inoltre, anche al fatto che nel nostro Paese soltanto nel secondo dopoguerra ha avuto inizio il lungo e tortuoso cammino verso il riconoscimento dei diritti delle donne. Prima di allora, infatti, le donne erano sempre state viste come figure non abbastanza rilevanti da poter avere la stessa importanza degli uomini. Sebbene siano stati fatti progressi enormi, credo che la politica e la società debbano distaccarsi una volta per tutte da quei vecchi stereotipi e pregiudizi che, per secoli, hanno limitato l’operato di quelle che hanno provato a realizzarsi nel mondo delle scienze e della cultura, affinché nessuno più ostacoli le potenzialità e la perseveranza di una donna.
