di Egidio Leonardo Caruso
Nella verde Irpinia dai paesaggi mozzafiato assistiamo sempre più spesso alla mortificazione del territorio da parte di aziende operanti in vari settori di interesse strategico dalle energie rinnovabili alle telecomunicazioni, il più delle volte in spregio a qualsiasi forma di tutela e rispetto di tali aree rifiutando il dialogo con amministratori e cittadini.
Dopo quanto si verifica da anni nei comuni altirpini e in zone limitrofe riempite ormai all’inverosimile dai cosiddetti giganti del vento, è la volta della Valle Ufita e di Melito Irpino piccolo comune situato nel cuore del percorso della nascente Stazione Hirpinia della AV/AC Napoli-Bari, in una posizione strategica anche in virtù della viabilità di cui gode. Questa volta ad essere interessato è il settore delle infrastrutture per le telecomunicazioni wireless, con INWIT S.p.A. società leader con oltre ventitremila torri presenti su tutto il territorio nazionale, pronta a procedere sul suolo di un privato all’installazione di un’antenna 5G.
A destare l’attenzione e la preoccupazione dei cittadini sono i possibili rischi connessi alla salute in quanto il suolo individuato si trova a ridosso del centro urbano (Piazza S. Egidio), parliamo di un’area densamente popolata, vista la presenza di cinquantaquattro abitazioni e sessantaquattro lotti.
Tutto comincia nel Luglio 2023 quando il Comune riceve la richiesta di autorizzazione all’installazione da parte di INWIT, per tutta risposta l’Amministrazione comunale invia alla società un preavviso di diniego al fine di negare la suddetta autorizzazione. INWIT presenta ricorso al TAR Lazio vincendolo, in quanto secondo la normativa vigente in materia, si è ormai consolidata in maniera tacita secondo il principio del “silenzio assenso”, l’autorizzazione all’installazione. Il 5 Febbraio 2024 il responsabile dell’ufficio tecnico comunale emette in regime di autotutela un provvedimento di annullamento dell’autorizzazione consolidatasi sotto forma di silenzio assenso, il TAR lo rigetta per scadenza dei termini di legge. Il Comune decide di ricorrere presso il Consiglio di Stato invocando il principio dell’errore scusabile, il quale dichiara irricevibile l’appello presentato dell’Amministrazione, in quanto taluni casi sono sottoposti ad una normativa speciale e dunque lo strumento dell’autotutela viene ritenuto non idoneo.
INWIT presenta un nuovo ricorso al TAR contro il Comune ottenendo un nuovo pronunciamento favorevole, occorre precisare che tali infrastrutture godono di particolari deroghe legislative in quanto sono considerate opere di urbanizzazione primaria, oltretutto tale progetto beneficia di fondi PNRR (scadenza 30/06/26). I vari governi compreso quello attuale, hanno progressivamente innalzato il livello di emissione di onde radio per la telefonia mobile compresa la tecnologia 5G, dai precedenti 6 V/m agli attuali 15 V/m, con media su ventiquattro ore, mentre prima la misurazione avveniva in tempi più ravvicinati e con una frequenza maggiore. Le raccomandazioni europee indicano come limite massimo i 61 V/m che nel futuro prossimo anche l’Italia raggiungerà, al fine di favorire sempre più lo sviluppo della 5G economy italiana con reti altamente performanti.
A fronte di questo nuovo pronunciamento a favore della società, il Comune presenta un nuovo appello al CdS, che confermando le precedenti sentenze specifica che: “è facoltà del Comune introdurre possibili limitazioni alla realizzazione di tali infrastrutture, purché ciò non si traduca in divieti generalizzati che ne impediscano la costruzione sul territorio comunale”. L’unica motivazione valida secondo la legge per impedirne la realizzazione, è dimostrare la presenza nell’area individuata di un interesse pubblico rilevante. Sebbene la comunità scientifica offra pareri discordanti viste le evidenze epidemiologiche definite: “limitate o non sufficienti a dimostrare una relazione causa-effetto tra esposizione e patologie tumorali”. Tuttavia non si può escludere completamente che un aumento di esposizione frequente e continua a queste onde cosiddette millimetriche che utilizzano diverse frequenze di trasmissione, fino a raggiungere i 26 GHz (Banda elevata), considerando anche l’altissima velocità di trasmissione dati del 5G, che permette molte più connessioni in contemporanea, possa portare all’insorgere di possibili rischi oncologici da radiofrequenze. Come attesta un parere diffuso da ISS, Cnr, Enea e ARPA Piemonte, «alcuni studi riportano notevoli incrementi di rischio per i neuromi acustici (tumori cerebrali benigni, ndr) e per i gliomi (maligni, ndr) per modeste durate e intensità cumulative d’uso». Si potrebbero verificare rischi di natura non solo oncologica, ma riguardanti anche la sfera neurologica, l’apparato riproduttore e il complesso sistema di regolazione ormonale interno all’organismo. Inoltre uno studio svedese ha rilevato su un gruppo di soggetti che vivono nelle vicinanze di un’installazione 5G, alcuni sintomi legati alla cosiddetta sindrome da microonde: mal di testa, pizzicore alla pelle, vertigini, acufeni.
Un ulteriore aspetto non secondario riguarda l’impatto ambientale connesso alla presenza di questo tipo di infrastrutture, si tratta di una tecnologia dotata di un segnale molto penetrante ma tendente a spegnersi rapidamente, quindi la vegetazione rappresenterebbe un ostacolo alla propagazione del segnale, anche nelle api si potrebbero verificare alterazioni del comportamento e cambiamenti biochimici.
Proprio i possibili rischi per la salute pubblica allarmano i cittadini, che hanno deciso di dar vita ad un comitato sensibilizzando l’intera cittadinanza sulla problematica. Il Comune da parte sua cerca di tenere aperto per quanto possibile il dialogo con INWIT, proponendo una localizzazione alternativa su suolo pubblico distante da aree urbane, tuttavia si registra parere negativo da parte della società la quale ritiene le aree individuate dal Comune, non idonee in quanto non conformi ai criteri di copertura stabiliti dal PNRR.
In un incontro pubblico promosso dal comitato <<NO 5G>> tenutosi nelle scorse settimane, il sindaco e l’Amministrazione Comunale tutta hanno preannunciato battaglia a difesa dei cittadini e del territorio, pur sapendo che non sarà facile, puntando sulla forte mobilitazione in tutte le forme di protesta democratiche possibili per impedire l’inizio dei lavori ormai prossimo.