“Civitillo ha trasferito tutta la produzione a Flumeri, in provincia di Avellino. Si stanno producendo nuovi autobus, destinati al trasporto pubblico locale della Grecia. Paradossalmente, per il mercato italiano non realizziamo alcun veicolo; non riusciamo nemmeno a partecipare alle gare. Qui a Bologna è quasi tutto fermo”. Miguel Belli, 58 anni, di origine peruviana, lavora in Menarini Bus dal 2009. Delegato sindacale per la Uilm, ha affidato all’edizione di Bologna del Corriere della Sera il suo grido di allarme a distanza di qualche mese dall’arrivo di Seri Industrial e del patron Vittorio Civitillo.
“Delle 26 assunzioni previste dall’accordo siglato in Regione – continua – ne è stata firmata una sola. Il percorso per la nostra riqualificazione professionale non è ancora cominciato e dunque io, come altri, da operaio specializzato sono stato demansionato. In fabbrica facciamo un po’ di tutto, praticamente quel che capita, anche le pulizie. È vero, prendiamo lo stipendio ma così è triste ed umiliante”.
Il suo auspicio è che “vengano assegnate le ore di formazione che ci spettano: vogliamo essere utili al rilancio dell’impresa. Civitillo è stato scelto fra ben 23 imprenditori che avevano manifestato interesse per la re-industrializzazione di Industria Italiana Autobus. Noi operai lottiamo e scioperiamo da anni. Sembra, però, che – è l’amara conclusione – del destino della sede di Bologna non interessi davvero a nessuno”.