La parola “confronto” la usa molte volte. Il sindaco uscente Vittorio D’Alessio, ricandidato alla massima carica municipale con la lista “Io scelgo Mercogliano”, si dice tranquillo, in questa campagna elettorale, anche facendo ammenda degli errori che ha potuto commettere.
«E anche se arrivano affermazioni forti sui social, la cosa non mi preoccupa. Possiamo confrontarci anche negli errori – dice D’Alessio al Corriere dell’Irpinia- Ho sempre agito così. Sono abituato ad assumermi le mie responsabilità. Invece vedo in questa campagna tanto sottobosco, e certamente mi riferisco a Massimiliano Carullo. Ci si confronta in democrazia, non si stabilisce un rapporto diretto e personale per poter raccontare la propria verità. Vedo la paura del candidato sindaco a confrontarsi. E’ stato vicesindaco nove anni, sindaco per altri dieci, non dovrebbe avere paura della comunità».
Il riferimento del sindaco uscente è anche al prossimo confronto pubblico che si sta organizzando per venerdì a Mercogliano, fra i tre aspiranti sindaci, invito lanciato dall’altro candidato, Antonio Gesualdo.
«Io non mi nascondo davanti alle critiche, il confronto è l’anima della democrazia e della legalità di un’amministrazione. Sono fermamente convinto che questo sia l’unico modo per affrontare la campagna elettorale. Il resto è sempre e solo raccontare le proprie verità».
C’è un’altra costante di questa campagna elettorale, la legalità. «Io non predico solo la legalità, la attuo. Se c’è qualcuno che può smentirmi e che può dire che il sindaco non abbia coraggio, lo dica. Sono pronto anche a scommettere casa mia, o a dimettermi. Mi spingo a tanto perché so quel che ho fatto, le denunce che ho presentato a tutte le autorità, a tutti i livelli, quando ho ravvisato cose non chiare. E l’ho fatto decine di volte».
Da dove riparte questa amministrazione?
«Intanto diciamo che questi anni, molto difficili, sono serviti ad affrontare quel che ho ereditato. Uso spesso l’immagine del terremoto di Amatrice. Abbiamo lavorato su quelle macerie. E stiamo continuando a farlo. Per questo oggi chiedo fermamente ai mercoglianesi di giudicarmi sapendo quel che abbiamo fatto. Oggi abbiamo cinque cantieri attivi, due stanno partendo: e che dire dei fondi che erano andati persi per gli alloggi delle case popolari? Questi sono fatti, il resto sono chiacchiere».
Lei si definisce un “commissario prefettizio”.
«Sì, e ho tutte le carte per dimostrarlo. Ho dovuto recuperare i tributi del 2013, mi rendo conto che non è stata un’operazione popolare, ma bisogna sapere che ho trovato un Comune sull’orlo del dissesto. Dovevo decidere se dichiararlo o fare il commissario prefettizio, e così, a discapito della popolarità e del consenso, e considerando la maturità e l’intelligenza della popolazione, ho assunto questo ruolo».
Oggi che sente di dire?
«Che ho dimostrato di essere innamorato della mia città, correndo il rischio che ho corso. Ho deciso di salvare Mercogliano, con i fatti e con i documenti. Altri dicono solo menzogne. E sono certo che sarò di nuovo sindaco».
E che dice degli amministratori che hanno lasciato la maggioranza?
«Avevo dato le mie direttive politiche, lo stesso motivo per cui ho fatto il commissario: chi non era disposto poteva fare le sue scelte. Così ho fatto e detto un mese e mezzo fa, con i nuovi candidati: chi non fosse stato d’accordo con la mia linea, era libero di non aderire».
Terzo candidato in corsa, a Mercogliano, Antonio Gesualdo.
«E’ un genio, una persona equilibrata, coltissima. Soprattutto molto radicata sul territorio, una mente, e per questo, come pure gli ho detto, è sprecato per la politica».