Francesco Liotti, ritenuto il presunto basista della tentata rapina alla gioielleria “Gioie” di Mercogliano resta in carcere. I giudici del Tribunale del Riesame di Napoli hanno respinto l’istanza di annullamento della misura cautelare in carcere, firmata dal Gip del Tribunale di Avellino Antonio Sicuranza, su richiesta del spubblico ministero Cecilia Annecchini
Secondo gli inquirenti il 40enne, assistito dal penalista Costantino Sabatino, sarebbe basista del tentato raid nella gioielleria. Avrebbe fornito un appoggio logistico, con una riunione all’interno di un autolavaggio di cui era dipendente e messo a disposizione del gruppo un’auto appartenente a un cliente dell’autolavaggio, una Volkswagen T-Roc, alterando le targhe con pannelli di cartone per renderla irriconoscibile. Durante il tragitto verso la gioielleria, però, la targa fasulla si sarebbe staccata, provocando la reazione furiosa di Liotti, preoccupato che il veicolo potesse essere identificato. I componenti della banda furono così costretti a fermarsi e a riattaccare la targa prima di raggiungere Torrette di Mercogliano.
Dalle indagini condotte successivamente è risultato che Liotti, avrebbe svolto anche il ruolo di “staffetta”, guidando un’auto di supporto per indicare il percorso agli altri membri del gruppo, tutti provenienti da Napoli. Il contributo logistico all’operazione è stato attribuito anche a S.G, difeso dall’avvocato Rolando Iorio, sebbene, secondo gli investigatori, il suo coinvolgimento sia stato secondario.
Le successive indagini, condotte dalla Squadra Mobile di Avellino con il supporto dei Carabinieri, hanno consentito di ricostruire le fasi preparatorie e operative del colpo, grazie a riscontri tecnici e testimonianze.



