E’ un monito alla politica a svegliarsi per difendere i diritti dei lavoratori e investire su un piano industriale che rilanci il settore metalmeccanico in Irpinia, quello che arriva dalla protesta di Fiom, Fim e Uilm davanti alla prefettura in concomitanza con lo sciopero di 4 ore dei metalmeccanici del Sud. E’ Giuseppe Zaolino della Fismic Confsal a spiegare come “di fronte alle vertenze che vive il territorio, dalla Denso a Industria Italiana Autobus, si registra un’assenza dei livelli istituzionali e della politica. Chi ha ruoli di responsabilità si gira dall’altra parte, i metalmeccanici ci mettono la faccia, stiamo protestando per salvare posti di lavoro che rischiamo di perdere per gravi responsabilità di pochi. Oggi consegneremo al prefetto le nostre preoccupazioni, per rilanciare l’occupazione, a partire dall’emergenza depurazione che è oggi in mano a persone sbagliate. Chiediamo al presidente Pisano di trovare una soluzione o di dimettersi. Di questo passo rischiamo anche un forte impatto ambientale. Lo sviluppo deve andare di pari passo con il rispetto dell’ambiente, il patrimonio naturale è la nostra ricchezza”
Giuseppe Morsa della Fiom spiega come “L’Industria Italiana Autobus rappresenta il paradigma negativo della realtà di Avellino, si è in grado di produrre ma non si riescono a trasformare le commesse in produzione. Siamo in piazza indignati per dare una sveglia alla politica, troppo distratta e legata a corporativismo e beghe interne. Di questo passo l’Irpinia rischia di perdere l’industria metalmeccanica. Gli unici con una visione di sviluppo sono i sindacati e i lavoratori. Se la politica non si sveglia e non dà un segnale della sua esistenza, saremo costretti a continuare con la mobilitazione. Anche Asidep è espressione del continuo fallimento della classe dirigente sul nostro territorio”
Umberto Forgione segretario della Fim Cisl sottolinea come “Siamo in un periodo complicato, viviamo una stagione di riconversione tecnologica, non è semplice andare avanti, la prima risposta che chiediamo deve riguardare il lavoro, siamo molto indietro rispetto a tutto il territorio nazionale, la riconversione deve essere progetto per rilanciare l’Italia”
Gaetano Altieri della Uilm spiega come “C’è prepccupazione per tutto il settore a causa dell’assenza di confronto con il governo sulle traformazioni riguardanti la transizione enregetica. Nei prossimi anni rischiamo di perdere 70.00 posti di lavoro, corriamo il rischio di continuare ad essere fanalino di coda in Europa. Gli altri investono risorse per rilanciare il settore metalmeccanico mentre noi restiamo immobili, manca, inoltre, una riforma fiscale che premi i salari più deboli. Diventa fondamentale rilanciare la questione legata al lavoro precario, i contratti devono essere a tempo indeterminato mentre vediamo sempre più allungarsi il percorso dei lavoratori precari, servono misure per fermare l’emigrazione da parte di giovani. Solo mettendo in piedi politiche atte a produrre svluppo e meno precarietà è possibile fermare l’emorragia. All’interno di questo quadro si inseriscono le vertenze locali. Per quel che riguarda Industria Italiana Autobus, c’è un tavolo aperto presso il ministero, è stato scongiurato il fallimento ma siamo preoccupati rispetto a misure per rilanciare la fabbrica. Altra questione è la vertenza Asidep con i lavoratori che rischiano il posto di lavoro, con la curatela fallimentare in atto. Ci aspettiamo che la Prefettura convochi un tavolo con la presenza dei curatori fallimentari e del presidente Pisano per trovare una soluzione ced evitare i lincenziamenti. L’amarezza è tanta, i provvedimenti non vanno nella direzione di sostenere l’industria, ecco perchè non abbiamo scelta che scendere in piazza per rivandicare i nostri diritti”